La Brexit senza accordo spaventa un po’ meno gli italiani. Con un comunicato stampa di questa mattina, il ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) ha annunciato «misure transitorie per garantire la continuità dei mercati e degli intermediari» se il Regno Unito dovesse uscire dall’Ue senza un accordo. Ogni provvedimento è subordinato agli sviluppi di politica interna e dialogo con le istituzioni europee dei britannici, ma la scadenza è il 30 marzo 2019. Proprio a causa dei tempi piuttosto stretti, la misura del Mef sarà con ogni probabilità «adottata nella forma di un decreto legge», in modo che entri in vigore immediatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Come funziona – In caso di no-deal, la Gran Bretagna «diverrà a tutti gli effetti uno Stato terzo, con conseguente discontinuità nei rapporti bilaterali con la Ue». Il Mef ha quindi programmato un periodo transitorio in cui «depositanti, investitori e clientela in generale» possano continuare a operare tra loro in maniera bilaterale, così come sarebbe previsto dal periodo transitorio già pensato in caso di accordo con l’Ue. Con questa normativa, gli intermediari bancari, finanziari o assicurativi potranno continuare ad agire secondo la normativa attuale, siano essi britannici che operano in Italia o italiani che svolgano l’attività nel Regno Unito. Vi sarà anche la possibilità di continuare a lavorare in questo modo anche oltre il periodo transitorio, per garantire un adattamento non traumatico di tutti i soggetti coinvolti. Chi detiene investimenti dei fondi pensione in OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio) del Regno Unito e dell’Irlanda del Nord potrà mantenerli finché ci sarà il regime transitorio.

I mercati – In mattinata è stata buona la risposta della Borsa di Milano, che avanza con un +0,4%, in controtendenza rispetto agli altri listini europei. Era dunque attesa una risposta dell’Italia alla possibilità di una Brexit senza accordo, a poco più di due mesi dalla scadenza.