Nessun divorzio senza accordo. Così stabilisce il Parlamento britannico, che nella notte di mercoledì ha approvato un disegno di legge per impedire la Brexit “dura”, vale a dire l’uscita senza condizioni dall’Unione Europea. Il ddl impone al primo ministro Theresa May di chiedere un’estensione dell’articolo 50, quello che disciplina la procedura di ritiro dall’Unione, e prorogare eventualmente la scadenza fissata dall’Europa per il 12 aprile.

Il ddl – Il testo, promosso da un’intesa trasversale guidata dal conservatore Oliver Letwin e dalla laburista Yvette Cooper, è passato alla Camera dei Comuni con un solo voto di maggioranza (313 a favore contro 312 contrari) e dovrà ora essere sottoposto alla Camera dei Lord, dove si prevede che otterrà la maggioranza. Ciò nonostante per scongiurare la possibilità del no deal serve infine l’appoggio della UE, in questo momento poco disposta a concedere ulteriore margini alla procedura del leave.

Le reazioni della UE –  «Se il Regno Unito sarà in grado di votare l’accordo di recesso entro il 12 aprile allora la Ue dovrebbe accettare una proroga entro il 22 maggio» ha dichiarato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che lancia un ultimatum ma rassicura: «Farò di tutto per prevenire il disordine».

 

 

Più duro il rappresentante del Parlamento europeo per la Brexit Guy Verhofstadt, che sul tema invita a non farsi «nessuna illusione» al riguardo: «Una situazione in cui la Gran Bretagna è con un piede dentro l’Unione e con un piede fuori è una tragedia, è un male per l’Unione europea». E prosegue: «Con Brexit i cittadini europei possono vedere ora con i propri occhi che i progetti di nazionalisti e populisti finiscono sempre in tragedia, un disastro nel quale non ci sono vincitori».

 

 

Theresa May – Il primo ministro dovrà quindi trovare al più presto un accordo già respinto tre volte dal Parlamento britannico, l’ultima venerdì 29 marzo, senza il quale il Regno Unito rischia pesanti ricadute sull’economia, come ha sottolineato il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, che ha definito «allarmante» la soluzione no deal. Fondamentali per superare lo stallo saranno i negoziati tra il premier Theresa May e il leader laburista Jeremy Corbyn, che spera di raggiungere un’unione doganale con l’Unione Europea. I due capipartito hanno avuto un primo incontro mercoledì che nelle parole dello stesso Corbyn si è tuttavia rivelato  «inconcludente». Il dialogo proseguirà nella giornata di giovedì.