Caldo killer nella costa nord ovest dell’America. Negli ultimi cinque giorni sono morte 486 persone nello stato canadese della British Columbia, oltre 300 in più della media per un simile lasso di tempo. Prosegue la soffocante ondata di calore, estesa anche alle vicine aree statunitensi di Seattle e Portland. Il 29 giugno nella cittadina canadese di Lytton la temperatura ha toccato i 49,6 gradi, record storico per il Paese. Tra le centinaia di vittime del caldo, almeno due su tre avrebbero più di 70 anni. Nell’ospedale di Seattle il numero di ricoveri sta crescendo a ritmi simili all’inizio dell’emergenza Covid. A Surrey, località della città metropolitana di Vancouver, la polizia reale canadese ha risposto a 35 chiamate per morti improvvise in 24 ore, come riporta il New York Times. «Faccio questo lavoro da 15 anni e non mi è mai capitato di assistere a qualcosa del genere», ha detto il capo delle forze dell’ordine Steve Addison.

L’emergenza – Meghan Fandrich, abitante di Lytton, ha detto al Globe & Mail che adesso è praticamente impossibile uscire di casa. «Siamo abituati al caldo secco qui, ma a 30 gradi al massimo, non 47». Nelle aree colpite dall’ondata di calore l’aria condizionata è un bene salvifico. Che non tutti hanno, perché abituati a temperature ben più miti nei mesi estivi. A Vancouver gli hotel, dove non mancano mai gli impianti di refrigerio, sono andati in sold-out. Nelle città sono stati imbastiti delle strutture temporanee per accogliere la popolazione, sfruttando ad esempio gli spazi dei magazzini di Amazon, come successo a Seattle. Veri e propri ospedali da campo, per un’emergenza che sta causando enormi disagi tra la popolazione. Oltre ai continui blackout e agli incendi, il caldo sta sciogliendo i cavi dell’elettricità, deformando le strade e danneggiando le auto, anche quelle parcheggiate all’ombra.

La causa – Prima di questa ondata di calore, le temperature in Canada non avevano mai superato i 45 gradi. Per battere il precedente record di quasi 5 gradi è servito un evento meteorologico eccezionale, ovvero una cupola di alta pressione capace di deviare verso nord le correnti fredde a getto provenienti dal Pacifico. Così l’aria calda che prova a salire dal suolo viene respinta al mittente, peraltro riscaldata in quanto più densa e compressa. Si tratta di una situazione estrema, che rischia di ripresentarsi con maggiore frequenza, intensità e durata a causa del cambiamento climatico. «La grande lezione di questi ultimi giorni è che il riscaldamento climatico non è una finzione», ha detto il governatore della British Columbia John Horgan. Inevitabile la presa di posizione del presidente Usa Joe Biden: «Servono investimenti per aumentare la resilienza delle aree colpite da questi eventi, destinati a non essere più una rarità», ha detto, prima di lanciare una provocazione: «Chi avrebbe mai detto di accendere la televisione e vedere al telegiornale che ci sono 47 gradi a Portland, in Oregon. 47 gradi! Ma non c’è da preoccuparsi, il cambiamento climatico è solo nella nostra immaginazione».