Washington, 14 novembre 2020: un manifestante con una maglietta dei Proud Boys (Ansa)

Il Canada è il primo paese al mondo a dichiarare ufficialmente i Proud Boys un’organizzazione terroristica. Già prima del 6 gennaio 2021, giorno dell’assalto dei manifestanti pro-Trump a Capitol Hill, le autorità canadesi stavano monitorando le attività del gruppo di estrema destra per prevenire l’ondata neofascista e suprematista bianca che attraversava gli Usa. Ma dopo i fatti di Washington il governo guidato da Justin Trudeau ha deciso di accelerare le procedure e ha inserito il gruppo nella lista delle formazioni considerate terroristiche.

La lista – L’elenco è stato creato dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. La polizia può sequestrare i beni dei gruppi estremisti, bloccarne i conti bancari e vietare l’ingresso in Canada dei loro membri. Le organizzazioni citate nella lista non sono illegali né è vietato farne parte, ma possono esserci serie conseguenze penali per chi ne sovvenziona le attività. Il ministro per la Pubblica sicurezza Bill Blair ha annunciato che sono 13 i nomi aggiunti alla lista. Oltre ai Proud Boys e ad altre tre organizzazioni legate al mondo neofascista e suprematista, figurano anche gruppi affiliati ad al-Qaeda, all’Isis e agli indipendentisti Kashmir. Nel 2019 l’esecutivo canadese aveva inserito nella lista altri due gruppi di estrema destra: Blood and Honor, una rete internazionale con ideali neonazisti, e il suo braccio armato, Combat 18. «L’estremismo ideologico è stata identificata come la più seria minaccia alla sicurezza interna in Canada», ha dichiarato Blair. L’episodio più recente è la sparatoria che causò la morte di sei musulmani nella moschea di Quebec City nel gennaio 2017.

Chi sono – I Proud Boys sono nati nel 2016 dall’iniziativa di Gavin McInnes, il co-fondatore della società di comunicazioni Vice Media ed ex commentatore canadese. Il nome prende spunto dalla canzone “Proud of your boy” del musical Disney del 2011 Aladdin. Loro stessi si definiscono un drinking club, un progetto di rivoluzione nato in un bar, tra un gruppo di amici che si ritrovano per bere assieme. Dopo che Twitter li ha espulsi dalla sua piattaforma, i membri si sono spostati su Parler, social media ormai noto per i legami con il mondo dell’estremismo di destra.

Il leader Enrique Tarrio alla manifestazione dei Latinos for Trump a Miami, 18 ottobre 2020. Credits: Ansa

Il leader – Il capo dei Proud Boys, Enrique Tarrio, trentenne di origini cubane, è stato arrestato per aver dato alle fiamme una bandiera di Black Lives Matter strappata da una delle più antiche chiese nere di Washington. Secondo Repubblica.it, Tarrio ha definito «ridicola» la decisione canadese: «Non c’è alcuna prova. Questa è una violazione del diritti di libertà di parola. Tutto quello che i Proud Boys canadesi hanno fatto è andare ai comizi». In un’intervista a Corriere.it prima dell’arresto e delle manifestazioni di Capitol Hill, Tarrio aveva affermato: «Siamo ventiduemila nel mondo e dodicimila negli Stati Uniti prima del dibattito, ma grazie a esso penso che il numero sia raddoppiato». L’odio dei membri non è rivolto solo verso il mondo democratico: «Ci sono nemici su entrambi i fronti e serpi anche nel partito repubblicano. Ci sono molti repubblicani dell’establishment che non vogliono perdere la poltrona. I dinosauri come Rubio, Mitt Romney, questi politici stile George Bush stanno morendo, si aggrappano a qualunque cosa pur di restare al potere».