I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

I due marò Salvatore Girone (a sinistra) e Massimiliano Latorre

Dopo l’ultimatum, la certezza. I due marò italiani trattenuti in India non rischiano la pena di morte. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale di Nuova Delhi Pti. Per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sarà però applicata la legge per la repressione contro la pirateria (Sua Act), che in realtà come punizione massima prevede comunque la pena capitale.

Stando alle indiscrezioni di stampa, sembra aver prevalso la posizione del ministero degli Esteri, che ha spinto per applicare la legge ordinaria. Alla fine si è raggiunto un compromesso con il dicastero degli Interni, favorevole alla pena di morte. I due marò quindi saranno sì processati sotto il Sua Act, ma in caso di condanna scatterano soltanto sanzioni ordinarie.

La vicenda dei due marò italiani si trascina da due anni. Dopo venticinque rinvii da parte della Corte Suprema indiana, che doveva decidere il loro capo di imputazione per il presunto omicidio di un pescatore durante un’operazione in cui erano impegnati i due italiani, il 3 febbraio i giudici hanno posto l’ultimatum su una decisione entro il 10. Adesso però il ministro degli Interni indiano, nel dare il suo parere sulla vicenda, dovrà giustificare l’abbandono dell’opzione della pena di morte.

Luigi Caputo