Harvey Weinstein, ex produttore di Miramax, verserà attraverso le sue assicurazioni 25 milioni di dollari sul conto delle sue accusatrici, ma non dovrà ammettere di aver commesso nessuna delle aggressioni o molestie sessuali di cui è accusato. È questo quanto rivelato dal New York Times, che dà per quasi raggiunto il patteggiamento extra-giudiziario che potrebbe chiudere una delle vicende più oscure della storia degli Studios.

Il patteggiamento – L’intesa raggiunta tra l’ex boss di Miramax e le sue accusatrici richiede ora il via libera del Tribunale e la firma di tutte le parti coinvolte. A occuparsi del pagamento dei 25 milioni dovrebbero essere alcune società di assicurazione che rappresentano la Weinstein Company, l’ex studio di produzione di Weinstein finito in bancarotta: questo fondo di rimborso per le presunte vittime costituirebbe una parte di un totale di 47 milioni di dollari, con cui la Weinstein Company chiuderebbe definitivamente i conti con i suoi creditori. L’ex produttore, quindi, non dovrebbe sborsare un centesimo di tasca propria, ma soprattutto nemmeno confermare di essersi comportato nel modo descritto dalle sue accusatrici.

Il fondo – Diciotto delle accusatrici si spartiranno 6,2 milioni di dollari, a condizione che nessuna di loro riceva più di mezzo milione a testa. Altri 18,5 milioni andranno alle partecipanti di una class-action (azione legale collettiva) e a future possibili accusatrici, affidando a un incaricato del tribunale il compito di stabilire l’entità dei pagamenti sulla base della gravità del danno subito. Tra le accusatrici di Weinstein ci sono anche le attrici Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e Salma Hayek, ma nessuna di loro ha partecipato alle denunce che sono oggi al centro del patteggiamento.

Il processo – Weinstein dovrà presentarsi a processo per aggressioni sessuali il 6 gennaio a New York per rispondere alle accuse di aggressione sessuale tra il 2006 e il 2013 nei confronti della produttrice Alexandra Canosa, e dell’attrice Wedil David. Le due donne non hanno accettato il patteggiamento, ma hanno denunciato che i legali di Weinstein starebbero cercando di forzare l’accordo con le vittime. Senza il consenso di Canosa e David, infatti, un milione sui 25 totali verrebbe sottratto dal fondo e destinato a coprire i costi legali del produttore. Per quanto riguarda Weinstein, l’uomo sarà operato alla schiena (a seguito di un incidente d’auto) giovedì 12 dicembre, ma sarà dimesso in tempo per l’avvio del processo, come riferito da uno dei suoi avvocati, Arthur Aidala.

La protesta – Tra chi non ha digerito il possibile patteggiamento extra-giudiziario c’è la top-model Emily Ratajkowski. Da tempo paladina del movimento femminista #MeToo, la modella è impegnata a portare all’attenzione dell’opinione pubblica i casi di presunte molestie sessuali commesse da uomini di potere in ogni sfera della vita pubblica. In un post su Instagram, la modella ha mostrato il tatuaggio con cui ha partecipato alla premiére del film Uncut Gems: con un pennarello ha scritto sul braccio “Fuck Harvey”, per esprimere tutto il suo dissenso nei confronti di questo accordo. Da quello che si può capire dalla didascalia della foto, per buona parte del movimento femminista l’unica soluzione accettabile sarebbe una dura condanna per Weinstein: «Oggi Harvey Weinstein e il suo ex studio hanno stretto un accordo da 25 milioni di dollari con le sue vittime. Weinstein, accusato di reati che vanno dalle molestie sessuali allo stupro, non dovrà ammettere azioni illecite o pagare con i suoi soldi». Per concludere con l’esplicito hashtag #nojusticenopiece.