Alice Weidel è la candidata dell’Afd (Alternative fur Deutchland), il partito nazionalista tedesco sempre più vicino all’estrema destra. Quarantacinque anni, una carriera da economista e tante contraddizioni, Weidel è stata eletta all’unanimità la leader del partito ora secondo in Germania e si presenterà alle elezioni del prossimo 23 febbraio come candidata cancelliera. L’annuncio della candidatura si è svolto nel corso del congresso tenutosi l’11 gennaio a Riesa, roccaforte del partito di ultra destra al 22% di preferenze.
Le origini e l’ascesa – Nonostante il passato di Weidel non sia nella politica ma nell’economia (ha lavorato per anni alla Bank of China e alla Goldman Sachs), la candidata cancelliera ha saputo dimostrare di essere diversa dai suoi predecessori. Nata nel 1979 a Kempten, in Baviera, e dal 2017 al timone del partito, prima con Alexander Gauland e poi con Tino Chrupalla, Weidel è diventata una delle figure più prominenti dell’AfD non facendosi fermare dalle derive sempre più estreme del partito. Prima di lei, leader come Joerg Meuthen, Frauke Petry, Bernd Lucke ne hanno abbandonato la guida proprio per il suo graduale spostamento verso posizioni di destra estrema e ultra nazionaliste divenuto per loro, ma non per Weidel, inaccettabile.
Le idee e le contraddizioni – Weidel si è dimostrata capace di incarnare, quasi del tutto, i pilastri del suo partito: «Se si chiama re-migrazione si chiamerà re-mi-gra-zione!», con queste parole la candidata cancelliera ha dichiarato di voler espellere dal paese i cittadini di origine straniera non abbastanza integrati, se pur con regolare cittadinanza tedesca.
Un piano di cento giorni per cambiare la Germania, questo il progetto alle basi del quale oltre alla remigrazione ci sono «Dexit», limitazione massima dell’aborto, chiusura totale delle frontiere e creazione di una gioventù patriottica.
Negli ultimi giorni hanno fatto particolarmente discutere le affermazioni di Weisel su Adolf Hitler. Nel corso di una conversazione con Elon Musk andata in onda sul social X, Weidel ha dichiarato che Hitler, facendo parte del partito nazionalsocialista, sia stato in realtà, comunista: «Hitler è stato classificato come un conservatore, ma non lo era. Era un comunista, uno spirito socialista. Hitler era un socialista antisemita e noi siamo esattamente il contrario: noi siamo un partito conservatore».
È la vita privata della candidata cancelliera, però, a gettare ombre sulla sua coerenza alla guida del partito conservatore tedesco. Weidel, leader di un partito nazionalista, non risiede in Germania, ma in Svizzera, e pur essendo a capo di un partito che più volte si è distinto per le sue posizioni ai limiti della xenofobia e dell’omofobia, è gay e attualmente vive con la sua compagna, una regista srilankese, e i due figli adottati dalla coppia.
Il rapporto con Elon Musk – Il magnate sudafricano ha pubblicamente esplicitato il suo supporto al partito conservatore tedesco: «solo Afd può salvare la Germania», ha dichiarato nel corso della conversazione trasmessa su X. Durante l’intervista, Weidel ha elogiato Trump, definendo «inammissibile» il trattamento che i mezzi d’informazione tedeschi gli hanno riservato durante la campagna per le presidenziali. La deputata tedesca ha poi espresso la speranza che il presidente eletto metta fine alla guerra in Ucraina.
Nel corso del congresso di Riesa, la candidata cancelliera ha poi ringraziato pubblicamente Musk per il supporto.