Una tregua sui dazi, un “quasi accordo” sui migranti. Una fumata nera sul clima. Sono le conseguenze della chiusura del G20 di Buenos Aires. Nonostante le aperture positive dei mercati internazionali, il comunicato finale del Forum dei leader non sembra aver sciolto tutti i nodi dell’incontro argentino. Nessun passo avanti decisivo sulla questione climatica e sui migranti. L’unico vero progresso riguarda l’economia.

Pochi sviluppi – Si è presa nota dei problemi commerciali, si è riconfermato l’impegno dei leader dei paesi più industrializzati “a utilizzare tutti gli strumenti politici per una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva e per salvaguardare i rischi di ribasso, intensificando il dialogo e le azioni per rafforzare la fiducia” così come riporta il comunicato firmato in chiusura della due-giorni argentina, ma continua la spaccatura sul clima e nessun accenno sul global compact

Clima – L’America continua ad essere contraria agli accordi di Parigi, mentre gli altri Paesi firmatari sono concordi nel definire quel documento come un passo “irreversibile”.  La sfida per l’ambiente continuerà in Polonia, dove dal 3 al 14 dicembre avrà luogo la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima (Cop24). Nessuna partecipazione dei leader mondiali anche se è alta la preoccupazione dell’Onu sul riscaldamento globale.

Migranti – Tutti d’accordo nel sostenere che sono necessarie “azioni condivise per affrontare le cause di fondo delle migrazioni e rispondere alle crescenti esigenze umanitarie” ma nessuna risposta concreta nell’immediato. I leader hanno sottolineato che il “fenomeno delle migrazioni” è una preoccupazione globale ma non hanno ancora trovato delle soluzioni. Il dialogo sul tema, come conferma il documento redatto alla fine del G20  “è rimandato alla prossima presidenza”.

Dazi – La tregua commerciale tra Usa e Cina durerà 3 mesi a partire dal prossimo primo gennaio. Gli Stati Uniti si sono impegnati a congelare il rialzo dei dazi sui prodotti made in China per tre mesi a partire dal primo gennaio 2019. Per contro la Cina si è detta disposta ad abbassare le tasse sull’import delle automobili americane dal 40 al 25%. Un accordo che ha influenzato anche le borse europee. Prime a beneficiare della tregua commerciale sono state le case automobilistiche tedesche Bmw e Daimler che hanno aperto con un + del 7% e 5,8%.

Putin – Apparentemente meno fruttuoso lo scambio fra Vladimir Putin e il presidente americano Trump, che dopo un ping-pong di sì e no riguardo a un loro incontro durante l’evento annullato ufficialmente venerdì 30 novembre, si è concluso in strette di mano e scambi informali. Mentre il presidente francese Emanuelle Macron e la Cancelliera tedesca Angela Merkel hanno richiesto spiegazioni sulla situazione ucraina al leader russo che ha ribadito: “è una questione che riguarda la magistratura russa”. Meno rigido il saluto fra Putin e il principe saudita Bin Salman, tra cui ci sono stati sorrisi e sguardi d’intesa.

Khashoggi – Era molto attesa la presenza di Bin Salman al forum dei leader per il suo presunto coinvolgimento sulla uccisione del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi. Silenzi e imbarazzi, nessuna domanda, solo alcuni leader europei hanno sollevato dubbi sulla questione. Il premier italiano Giuseppe Conte in conferenza stampa ha riferito di aver chiesto “un’indagine completa e trasparente” sul – usando le parole del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan “cruento omicidio”. Hi-five in amicizia tra il principe saudita e Putin, mentre Macron preoccupato, ha chiesto chiarezza.