Gabriel Boric è il nuovo presidente del Cile. Il leader del partito di sinistra Apruebo Dignidad ha vinto contro il candidato di destra José Antonio Kast, capo del Partido Republicano. La vittoria è arrivata al ballottaggio (il 19 dicembre) con il 56% delle preferenze, mentre il rivale conservatore si è fermato al 44%. Si tratta di un vantaggio del 12% che nessun sondaggio era riuscito a prevedere. Altrettanto inaspettata è stata l’affluenza alle urne, che ha registrato un nuovo record nella storia delle elezioni cilene: 8,3 milioni di voti, equivalente a quasi il 55%. Migliaia di persone si sono riversate per le strade intonando l’inno nostalgico “El pueblo unido jamàs sera vencido”, slogan nato durante il governo socialista di Salvador Allende (ex presidente del Cile dal 1970 al 1973), spesso accostato a Boric. Lo sconfitto Kast si è subito congratulato con il vincitore. «Da oggi è il presidente eletto del Cile e merita tutto il nostro rispetto e la nostra collaborazione costruttiva», ha twittato il leader conservatore. Il nuovo capo dello Stato, invece, nel suo primo discorso da neo-eletto ha detto: «È cominciata una stagione di cambiamenti che deve approfondire la giustizia sociale e la democrazia di questo Paese. Ci aspettano tempi difficili per la pandemia e perché le ragioni della rivolta sociale scoppiata nel 2019 ancora permangono. Per risolverli avanzeremo a passi piccoli ma decisi. Giungo alla presidenza – ha continuato Boric – con la convinzione che la crescita economica nella disuguaglianza sociale è un errore e che destabilizzare le istituzioni democratiche per governare è sbagliato. Per questo mi impegnerò a proteggere la democrazia insieme alla gente».
Acabo de hablar con @gabrielboric y lo he felicitado por su gran triunfo. Desde hoy es el Presidente electo de Chile y merece todo nuestro respeto y colaboración constructiva. Chile siempre está primero ???? pic.twitter.com/AvpBKs0GFT
— José Antonio Kast Rist ?? (@joseantoniokast) December 19, 2021
Chi è Boric – A 35 anni è diventato il più giovane presidente della Repubblica della storia cilena. Anche se per l’investitura ufficiale bisognerà aspettare l’11 marzo 2022, data di insediamento alla Moneda (residenza del presidente della Repubblica). Gabriel Boric, è nato nel 1986 a Punta Arenas da Luìs Boric e Maria Font, con origini rispettivamente croate e spagnole. Laureato in legge all’Università del Cile, ha intrapreso la carriera politica nel 2013, riuscendo a entrare nella Camera dei deputati l’11 marzo 2014. Molto attento a questioni di carattere sociale, diritti delle minoranze e delle donne, il 18 luglio 2021 ha vinto le primarie del suo partito, Apruebo Dignidad. Una vittoria sorprendente ottenuta contro Daniel Jadue (sindaco di Ricoleta) con il 60% delle preferenze. Il successo di Boric contro Jadue alle primarie e contro Kast alle presidenziali, porta alla ribalta la sinistra cilena che ritorna al potere dopo tre anni di governo conservatore. Il presidente in carica, Sebastián Piñera, leader di Renovacìon Nacional, dovrà avviare un periodo di collaborazione e transizione di circa tre mesi prima dell’insediamento di Boric come nuovo capo dello Stato.
José Antonio Kast – L’antagonista di Boric si chiama Kast. Nato a Santiago del Cile nel 1966, Kast è cresciuto politicamente tra le fila della destra pinochetista. Seguendo gli ideali del ex dittatore cileno, nel 1988 si schierò a favore della continuazione del regime di Pinochet, propagandando il sì al referendum anche in televisione. Dopo una lunga militanza nell’Union Democrata Independiente ha intrapreso una carriera da deputato dal 2002 al 2018 per poi candidarsi alle elezioni presidenziali del 2017. Uscito perdente, ha raccolto solo l’8% contro Sebastián Piñera. Ma nonostante la sconfitta, i militanti del centro destra hanno sempre visto in Kast il portavoce del riscatto conservatore. Il politico e imprenditore di Santiago del Cile durante la campagna elettorale si è sempre schierato contro le riforme finanziate con le tasse proposte dalla sinistra. Kast, di contro, ha basato il proprio programma elettorale sulla riduzione delle imposte e la difesa delle tradizioni, dichiarandosi contrario al matrimonio egualitario e favorevole al rodeo. Eppure, l’appoggio dei 50enni conservatori e di chi non si definisce politicamente non sono bastati all’imprenditore 55enne, che per la seconda volta di fila sarà costretto a restare nell’opposizione.
Rivalità storiche – I profili di Boric e Kast riportano alla mente i confronti tra i grandi personaggi del passato come il marxista Salvador Allende e il golpista e dittatore (dal 1974 al 1990) Augusto Pinochet. Era dagli anni ’70 che non si vedeva una divisione così netta nel panorama politico cileno. Un Paese al tempo spaccato in due, martoriato dall’inflazione galoppante e dalla fuga di capitali. Nel frattempo, sono passati circa cinquant’anni, i protagonisti sono diversi così come lo scenario, polarizzato ma non sull’orlo di una crisi economica e di un colpo di Stato. Il paragone tra due personalità così diverse per ideologie e programma politico ricordano anche altre rivalità come quella in Brasile tra Jair Bolsonaro (presidente in carica dal 2019) e Luiz Inacio Lula da Silva (presidente dal 2003 al 2011) e tra Donald Trump (alla Casa Bianca dal 2017 al 2021) e Joe Biden.