Una preziosa perla incastonata in un pendente appartenuto all’ultima regina di Francia Maria Antonietta è stata battuta all’asta a Ginevra per la cifra record di 32 milioni di dollari. Secondo la casa d’aste Sotheby’s, che si è occupata della vendita, è il prezzo più alto mai registrato per un gioiello di questo tipo, anche se a far impennare la valutazione del ciondolo ha contribuito anche l’elegante decorazione di diamanti. Non ci sono informazioni sul facoltoso acquirente che ha messo le mani sul monile.
Maria “L’Austriaca” – Maria Antonia, figlia di Maria Teresa d’Austria e di Francesco Stefano di Lorena, venne data in sposa a soli 14 anni a Luigi Augusto, in seguito Luigi XVI, il 16 maggio 1770 per rafforzare l’alleanza fra Austria e Francia. Fu alla corte francese che venne ribattezzata Maria Antonietta. Una vita non semplice quella alla reggia di Versailles. Il profondo odio francese nei confronti dell’Austria non la rendeva di certo la benvenuta. Tanto che, alle spalle, veniva chiamata l’Austriaca. Pure il marito, che aveva ricevuto un’educazione profondamente anti-austriaca, non accolse nel migliore dei modi questa unione politica, tanto che il matrimonio non venne consumato per ben sette anni.
La passione per i gioielli – Fu anche per colmare questa carenza d’affetto e attenzioni che Maria Antonietta iniziò a concedersi vizi e passatempi costosi. Un dettaglio che contribuì a inimicarle molte delle grandi famiglie dell’antica nobiltà, già infastidite dai suoi favoritismi e dalle ingerenze negli intrighi di corte. Era proprio il re, tuttavia, ad avallare le sue spese folli e frivole per sopperire alle mancanze coniugali. Tra le sue passioni più grandi c’erano proprio i gioielli. E proprio un gioiello fu al centro di un complicato intrigo passato alla storia come “l’affare della collana”, un tentativo di truffa (attraverso un monile di diamanti) messo in atto dalla contessa Jeanne de Saint-Rémy de Valois ai danni della regina e del cardinale di Rohan. Un caso che spronò la sovrana ad adottare dei comportamenti più consoni al ruolo e a tagliare le spese, ma che contribuì a renderle il popolo francese ancora più ostile. Tanto che le furono dedicati numerosi libelli pornografici e satirici e, al processo che la condannò alla ghigliottina nel 1793 e mise fine all’Ancien Régime, tra le accuse vi fu chi la accusò di «esaurimento del tesoro nazionale».
Grande valore – Il monile battuto all’asta a Ginevra apparteneva a una collezione di straordinario valore, non solo materiale, ma anche storico: dieci pezzi, tra cui orecchini e collane, anelli, una spilla e un fermaglio per capelli di diamanti appartenuti alla regina, posseduti per generazioni e poi venduti dalla casa reale dei Borbone di Parma. Preziosi che, dopo la Rivoluzione Francese, la sovrana aveva distribuito tra le famiglie a lei imparentate residenti all’estero. Alcuni di questi non erano stati indossati in pubblico per ben 200 anni.Secondo la casa d’ aste è stata la vendita di «una delle più importanti collezioni di gioielli reali mai apparse sul mercato».