Per Holger Muench – capo dell’anticrimine federale tedesco – non ci sono dubbi: «Gli attacchi di San Silvestro erano organizzati». Muench ha dichiarato ai microfoni di Rbb Inforadio che gli aggressori si sarebbero coordinati attraverso i social network. È escluso però che gli episodi siano collegati alla criminalità organizzata: i fatti avvenuti, per lui, hanno un’altra qualità. «Stiamo parlando di gruppi chiusi, non vediamo una gerarchia in questo caso», ha spiegato.
La sicurezza tedesca sembra dunque contraddire se stessa. Ieri, 12 gennaio, la task force della polizia di Colonia aveva smentito il ministro della Giustizia Heiko Maas, secondo il quale la drammatica notte di San Silvestro sarebbe stata frutto di un piano ben studiato. Ora Muench cambia nuovamente la versione ufficiale.
Diciannove i sospetti finora: dieci richiedenti asilo e 9 presunti migranti irregolari. Quattro di loro sono già in stato di fermo. Nessuno di loro ha la cittadinanza. E a Berlino, nel primo pomeriggio, Maas e il ministro dell’Interno Thomas De Maizière hanno dichiarato che è stato siglato un accordo per l’inasprimento delle leggi sul diritto d’asilo.
E intanto l’ondata xenofoba avanza. Il 9 gennaio a Colonia si è svolta una manifestazione del movimento di estrema destra Pegida, poi sospesa a causa delle tensioni. E il giorno successivo sono stati organizzati dei raid punitivi nei confronti di stranieri. Il Comitato centrale dei musulmani, che rappresenta i tedeschi di fede islamica, ha deciso di staccare le linee del telefono: erano intasate da Capodanno a causa delle continue chiamate di insulti e minacce. A Lipsia sono stati attaccati diversi negozi. A Dusseldorf i cittadini stanno organizzando delle ronde di vigilantes coordinandosi tramite Facebook. Un’idea, quella delle ronde, che non piace alla polizia, che già deve difendersi dall’accusa di non aver fatto abbastanza per proteggere le cittadine.
Flavio Bianco