epa05089574 A picture made available on 06 January 2016 shows crowds of people outside Cologne Main Station in Cologne, Germany, 31 Decemeber 2015. The mayor of Cologne came under fire on 06 January after suggesting a code of conduct for women in response to a wave of sexual assaults likely committed by men of North African descent inflamed Germany's ongoing migration debate. The mass attacks took place on New Year's Eve near Cologne's main train station and included more than 90 alleged sexual assaults and one rape.  EPA/MARKUS BOEHM

La piazza principale di Colonia durante la notte di Capodanno

Tre ordinanze di custodia cautelare, controlli a tappeto e niente più. È passata una settimana dalle aggressioni di capodanno a Colonia ai danni di un centinaio di donne, ma dei responsabili, ragazzi arabi o nordafricani tra i 20 e i 30 anni, ancora nessuna traccia. In Germania la polemica continua: contro la politica di accoglienza di Frau Merkel, contro la polizia – incapace di proteggere i propri cittadini -, contro il sindaco Henriette Recker, colpevole di aver detto che per evitare le aggressioni basta tenersi a un braccio di distanza dagli sconosciuti. In Germania il 2016 si apre quindi all’insegna della paura: dopo le denunce di Colonia sono arrivate anche quelle di Amburgo (57 aggressioni), Duesseldorf e Stoccarda (11 aggressioni).

Questa la ricostruzione dei fatti: durante la notte di San Silvestro a Colonia (e in altre città della Germania) centinaia di ragazzi di origine nord africana e/o araba hanno molestato, derubato e in due casi anche stuprato donne e ragazze giunte in piazza per festeggiare il capodanno. «Eravamo undici amiche, stavamo andando a vedere i fuochi d’artificio – ha raccontato una ragazza diciottenne alle telecamere dell’emittente tedesca N-Tv (e riportata da Repubblica) – siamo state circondate da un gruppo di uomini. Tentavano di strapparci dal gruppo, di dividerci. Ma noi ci siamo strette l’una all’altra. Allora hanno iniziato a palparci e ci hanno rubato tutto quello che potevano». Le aggressioni sono avvenute in gruppi organizzati, in modalità “razzia”. Una metodicità che ha lasciato tutti nello sgomento, anche perché i molestatori hanno agito indisturbati. Si parla di centinaia di ragazzi ubriachi e organizzati, non di qualche cane sciolto. Chi sono? La polizia è sulle tracce di una gang di criminali nordafricani che ha base a Duesseldorf, ma c’è chi parla di nuove frontiere del terrorismo.

Il dito accusatore è caduto subito su Angela Merkel e sulla sua politica di apertura verso gli immigrati. Molti gli striscioni contro la cancelliera durante la protesta in piazza del 5 gennaio, dove circa 300 donne hanno manifestato contro il governo e la polizia, esprimendo solidarietà con le vittime. Merkel ha tentato di assicurare i tedeschi tenendo però a freno l’eventuale deriva xenofoba degli avvenimenti di Capodanno: «Puniremo i colpevoli, a prescindere dalla loro provenienza e dal loro passato».

La bufera si è scatenata anche contro il sindaco di Colonia, Henriette Recker, socialdemocratica e da sempre favorevole ad una politica di apertura verso gli immigrati. Rispondendo alla domanda di una giornalista ha detto che per evitare aggressioni bastano buonsenso e tenersi a un braccio di distanza dagli stranieri. Proprio lei che il giorno prima di diventare sindaco, lo scorso ottobre, è stata accoltellata da un dissidente. La polemica è subito scattata su Twitter con video provocatori e con l’hashtag #einearmlaenge,  “a un braccio di distanza”.

Gabriele Nicolussi