Il ministro della Difesa francese, Sylvie Goulard, ha comunicato questa mattina al Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, le sue dimissioni dal governo. Il motivo sarebbe l’avvio di un’inchiesta sulle assunzioni di assistenti al Parlamento europeo compiute dal Movimento Democratico (MoDem), il partito di Goulard fino alla sua adesione ad En Marche! nel 2016. Le dimissioni di Goulard sono un fulmine a ciel sereno per Macron, fonte di preoccupazione per almeno due motivi. Il governo era stato nominato dal Macron solo un mese fa, lo scorso 17 maggio. E l’addio di Goulard arriva in un momento molto delicato dal punto di vista della sicurezza interna, il giorno dopo l’ennesimo attacco di un terrorista contro le forze dell’ordine sugli Champs Elysées. E non è tutto: indiscrezioni degli ultimi minuti riportano che anche il Ministro agli Affari europei Marielle de Sarnez, anche lei di MoDem, starebbe pensando alle dimissioni dal governo.
“Sono in buona fede” – «Il Presidente vuole ricostruire la fiducia nell’azione pubblica, riformare la Francia e rilanciare l’Europa», ha detto questa mattina Goulard tramite un comunicato. «Questa necessità di cambiamento deve essere considerata più importante di ogni considerazione personale». Da mesi ormai si parla dei presunti atti illeciti compiuti da alcuni rappresentanti di MoDem per l’assunzione di collaboratori al Parlamento europeo: Goulard dice allora di rassegnare le dimissioni per dimostrare la propria «buona fede» in una vicenda imbarazzante per sé e, potenzialmente, per il nuovo governo Macron.
Consigliera di Prodi, amica di Monti – Sylvie Goulard era un’esponente di spicco nel governo nominato da Emmanuel Macron, e presieduto da Édouard Philippe. In politica dalla fine degli anni Ottanta, europeista convinta, tra il 2001 e il 2004 era stata consigliera di Romano Prodi durante il suo mandato di Presidente della Commissione europea. Goulard ha anche scritto un libro a quattro mani con Mario Monti: La democrazia in Europa, pubblicato nel 2012. Agli inizi di maggio si era parlato anche di lei come possibile primo ministro, incarico poi affidato all’ex gollista Philippe. Goulard era stata eletta al Parlamento europeo nel 2009 con il MoDem, e rieletta nel 2014. Con il suo partito faceva parte di Alde, l’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa: a gennaio, quando il Movimento 5 Stelle fu a un passo dall’accordo con il suo gruppo, fu tra le più dure oppositrici del patto: «C’è un’incompatibilità di fondo», aveva detto in un’intervista a Repubblica.
Il caso Ferrand – Sylvie Goulard è il secondo ministro di Macron ad avere dei guai con la giustizia. Prima di lei, nelle scorse settimane, le polemiche avevano investito Richard Ferrand, ministro della Coesione territoriale e braccio destro di Marcon nell’organizzazione del partito. Ferrand è al centro di un caso per l’acquisto sospetto di un immobile intestato alla moglie nel 2011. Dopo la sua rielezione all’Assemblea nazionale nel seggio di Finistère, ieri si era diffusa la voce che Macron volesse nominarlo capogruppo di En Marche! proprio in Assemblea. Questo lo farebbe decadere da ministro, senza necessità di una spiacevole rimozione. Il presidente, comunque, non può permettersi sconti: la campagna elettorale che lo ha portato all’Eliseo era imperniata sul concetto di moralizzazione della politica, per cui nei prossimi mesi è stata promessa anche una grande legge di riforma.