È ancora senza soluzioni il rebus di nomine della nuova Commissione europea. La presidente Ursula von der Leyen ha indicato sei vicepresidenti esecutivi, ma i veti incrociati di Ppe, Socialisti e Renew hanno provocato a Bruxelles una situazione di stallo. Un limbo che, al momento, interessa anche la nomina del commissario ungherese Olivér Varhélyi. In entrambi i casi, è mancata la maggioranza necessaria per superare gli esami alla prima prova e presentarsi al voto finale in plenaria, programmato per l’ultima settimana di novembre a Strasburgo.
Muro socialista – Le posizioni di Socialisti, Liberali e Verdi sono chiare: tra i vicepresidenti esecutivi, non voteranno Raffaele Fitto. Il ministro degli Affari europei del governo Meloni appartiene al gruppo conservatore dell’Ecr che a luglio non ha votato per la «maggioranza Ursula». Secondo gli europarlamentari di centro-sinistra, dunque, un suo incarico altererebbe il profilo politico della Commissione. Una convinzione con cui Giorgia Meloni non si è mostrata d’accordo: «Ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein – ha scritto su X la premier –. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza nella Commissione. Questi sono i vostri rappresentati di sinistra». Dalla segretaria del Partito Democratico, per adesso, non sono giunte repliche. È intervenuto invece Raphael Glucksmann, capo delegazione francese dei socialisti e primo a puntare il dito sui social contro l’investitura di Fitto: «Quando diciamo c’è una linea rossa, c’è una linea rossa. Vuol dire molto semplicemente che non c’è una coalizione a luglio e una in seguito con l’estrema destra a novembre».
Nodi irrisolti – Altro nodo irrisolto è la nomina di Teresa Ribera, ministra per la Transizione ambientale nel governo socialista spagnolo e candidata a essere la numero due di von der Leyen. Durante la sua audizione, a fare barriera sono stati il Ppe iberico, la destra e l’estrema destra. Secondo Il Sole 24 Ore, un muro eretto per questioni di politica interna. In Spagna, i popolari starebbero cercando di rovesciare le responsabilità dell’alluvione a Valencia sul governo centrale e sulla ministra. E l’obiettivo sarebbe anche quello di offuscare le responsabilità di Carlos Mazón, governatore della regione (roccaforte della destra), criticato per non aver dichiarato lo stato di allerta massimo.
Appelli caduti nel vuoto – Dai liberali è arrivato l’invito per Ppe e S&D di «tornare al tavolo, ad agire in modo responsabile». L’appello, però, non è stato raccolto. A tentare la mediazione, in un incontro con Manfred Weber, Irate García Pérez e Valérie Hayner, leader di Ppe, Socialisti e Liberali, è stata anche von der Leyen. L’intesa, però, manca e la situazione non si è sbloccata. Il negoziato dovrebbe continuare almeno fino alla prossima settimana, anche perché fonti socialiste rivelano che «si è rotta completamente la fiducia con il Ppe. Fitto non avrà i voti dei socialisti in commissione Affari regionali, in nessun caso. Non è una questione spagnola, né un problema con l’Italia o con Fitto, ma un problema con l’estrema destra. Il pacchetto dei vicepresidenti è da cinque, quelli di S&d, Renew e Ppe: noi negoziamo per quel pacchetto».