I grattacieli di Pechino immersi nello smog. Foto Ansa

Pechino, smog record per il quinto giorno consecutivo

Una nuvola di smog avvolge Pechino. E la capitale cinese «chiude» per inquinamento. Tutto mentre a Parigi si lavora ad un accordo per salvare il pianeta. «L’Italia punta sulle rinnovabili al 100 per cento», anticipa il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. L’Italia si è appena guadagnata la maglia nera per inquinamento in Europa per la situazione in Pianura padana. Ma il ministro Galletti si augura il dominio dell’energia pulita nel mondo entro il 2100. Poi aggiunge: «Questo non significa che petrolio e gas non servano più».

Nella capitale francese per la Cop21 sono arrivati 150 leader mondiali. Sono chiamati a confrontarsi sulle emergenze ambientali. Prima su tutte il surriscaldamento climatico. Abbassare la temperatura di due gradi sembra essere il paletto più importante da fissare.

Il 30 novembre, all’apertura della conferenza, sono arrivate le prime ammissioni di responsabilità dell’Occidente in termini di inquinamento. Il primo a parlare per tutti è stato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: «Sono venuto di persona come rappresentante della prima economia mondiale e del secondo inquinatore per dire che noi non solo riconosciamo il nostro ruolo nell’aver creato il problema, ma ci assumiamo anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito», ha detto. Nelle parole di Obama la convinzione di essere l’ultima generazione a poter salvare il pianeta: «Bisogna agire ora, mettendo da parte gli interessi a breve termine». A sostenere Obama in questo progetto 154 aziende americane che fanno parte della lista di chi ha aderito all’iniziativa “American Business Act on Climate Change”. Tra loro ci sono anche Amazon e News Corp.

Dal canto suo il presidente russo Vladimir Putin ha portato il suo Paese come esempio di crescita economica rispettosa dell’ambiente: «La Russia è stata tra i primi a ridurre le emissioni di gas serra, ma al tempo stesso ha raddoppiato il suo Pil», ha sottolineato.

Il primo inquinatore mondiale rimane la Cina. Il presidente cinese Xi Jinping si è impegnato a raggiungere gli obiettivi dell’accordo, ma ha anche introdotto il concetto della responsabilità differenziata: «La lotta ai cambiamenti climatici non dovrebbe negare le legittime necessità dei Paesi in via di sviluppo di ridurre la povertà». Ma Pechino nel frattempo si ferma per inquinamento. Le scuole hanno sospeso le attività all’aperto per proteggere i bambini. Anche le fabbriche devono ridurre la produzione e i mezzi pesanti non possono circolare. Lo smog ha raggiunto per il quinto giorno consecutivo livelli record. Il governo ha lanciato un’allerta di colore arancione, un grado sotto quella massima. Le particelle inquinanti in atmosfera hanno raggiunto le 600 per metro cubo, quantità 24 volte superiore a quella tollerata dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

Lara Martino