La prossima Cop, Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici, si terrà a Baku (Azerbaigian), dall’11 al 22 novembre. Il Paese azero dovrà portare avanti l’impegno preso all’ultima riunione che si è conclusa a Dubai lo scorso dicembre con un accordo storico: per la prima volta i delegati nazionali hanno stabilito che «bisogna allontanarsi» («transitioning away») gradualmente dai combustibili fossili. La comunità scientifica ha però sollevato dubbi sul presidente della futura Cop nominato dal governo locale, il ministro dell’Ecologia e delle Risorse naturali Mukhtar Babayev che per 24 anni ha lavorato per Socar, l’azienda petrolifera statale del Paese.
Gli obiettivi di Baku – A Baku i rappresentanti dei 198 Paesi del mondo monitoreranno lo stato di avanzamento delle politiche ambientali e dell’accordo di Parigi, trattato che punta a limitare l’innalzamento delle temperature ben al di sotto dei due gradi. La prossima conferenza, come le precedenti, rilancerà l’impegno per limitare il riscaldamento climatico e proporrà strategie per adattarsi ai cambiamenti in atto. Un altro punto che sarà dibattuto in Azerbaigian sarà il fondo di risarcimento dei danni e delle perdite (Loss and damage), annunciato già a Dubai, che dovrà mobilitare 700 milioni di dollari, tutti provenienti dai Paesi occidentali.
Da un petrol-Stato… – Proprio a Dubai infatti è stato raggiunto un accordo che molti commentatori e scienziati hanno definito storico. I Paesi occidentali, principali responsabili storici dell’emissione di gas serra, e Paesi emergenti o in via di sviluppo hanno messo nero su bianco la decisione di allontanarsi gradualmente dall’uso dei combustibili fossili. Sulla parola da utilizzare i diplomatici nazionali hanno ingaggiato uno scontro che alla fine si è concluso con un compromesso: non più «eliminazione graduale» («phase out»), formula avanzata per esempio da Stati Uniti e Unione europea, ma «allontanarsi», posizione che lascerebbe qualche spiraglio all’impiego del fossile. L’obiettivo è comunque di arrivare alle emissioni nette zero entro il 2050.
… a un altro – Per tutta la sua durata la Conferenza negli Emirati Arabi Uniti si era trascinata le polemiche sul suo presidente, il petroliere Sultan Ahmed Al-Jaber, già amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale. Al-Jaber era visto come un agente disturbante all’interno delle discussioni sulle politiche climatiche, un portavoce degli interessi delle lobby del gas e del greggio. Accusa simile è stata rivolta a chi si occuperà dell’organizzazione di Cop 29: il ministro dell’Ecologia e delle Risorse naturali Mukhtar Babayev. Michael Mann, la più importante voce del mondo della scienza sui cambiamenti climatici, ha criticato in un post su X la scelta del governo azero: Babayev ha infatti lavorato per 24 anni in Socar, l’azienda petrolifera statale. Da contraltare ci sarebbe invece il fatto di aver ricoperto un ruolo nella direzione dei lavori di pulizia del territorio azero proprio dagli scavi della Socar.