Le sue parole con cui sminuiva l’impatto dei combustibili fossili sul clima sono diventate un caso. Soprattutto perché si tratta del presidente della Cop28, che per questo in poche ore ha fatto arrivare le sue pronte giustificazioni. «Sono un ingegnere. Il rispetto e la mia passione per la scienza mi hanno permesso di progredire nella mia carriera», ha dichiarato Sultan Ahmed Al Jaber, politico emiratino e anche Ceo della principale compagnia petrolifera emiratina. Un tentativo di mettere a tacere le polemiche dopo che è emerso un audio di quasi due settimane prima in cui affermava: «Non voglio sottoscrivere nessun discorso allarmista: non c’è evidenza scientifica a confermare che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili aiuterà a raggiungere il limite di 1.5°C», cioè la soglia per limitare il riscaldamento globale.
Lo aveva detto il 21 novembre in occasione di un incontro online organizzato da SHE Changes Climate. Le sue parole sono però state diffuse solo adesso dal Centre for Climate Reporting, un’organizzazione di giornalismo investigativo. 

Sultan Al Jaber, politico emiratino e presidente della conferenza sul clima, durante una conferenza stampa a Dubai in occasione della Cop28 (Epa/Martin Divisek)

Il conflitto d’interessi — Durante la conferenza online del 21 novembre, a un certo punto c’è uno scontro di opinioni tra Al Jaber e Mary Robinson, ex presidente irlandese e inviata speciale delle Nazioni unite per il clima nel 2014. Il politico emiratino esprime dubbi sulla possibilità di creare «una tabella di marcia per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili che consenta uno sviluppo sostenibile, a meno che non vogliate riportare il mondo nelle caverne». Poi, l’affondo: «Non si risolverà la questione del clima puntando il dito e contribuendo alla polarizzazione. Mostratemi le soluzioni». Più avanti nella discussione, Mary Robinson sottolinea: «Leggo che la tua azienda sta investendo molto nei combustibili fossili per il futuro». L’attenzione dei media infatti, già nelle settimane precedenti alla Cop28, si era concentrata sul possibile conflitto di interessi di Al Jaber, a capo di una compagnia petrolifera nazionale. Anche perché, secondo alcuni documenti diffusi da Centre for Climate Reporting, il governo degli Emirati Arabi Uniti avrebbe pianificato di usare la conferenza sul clima per stringere accordi petroliferi con 15 nazioni.

Le reazioni — Dopo la diffusione dell’audio di Al Jaber erano arrivate le reazioni internazionali. «Affermazioni assolutamente preoccupanti e sull’orlo del negazionismo climatico», aveva commentato António Guterres, segretario generale delle Nazioni unite.
Un commento indiretto era arrivato anche da Al Gore, ex vicepresidente statunitense che da decenni combatte una battaglia contro il cambiamento climatico: «È stato un errore mettere il capo di una compagnia petrolifera a guidare questa conferenza. Assurdo, totalmente ridicolo», aggiungendo che l’azienda in questione è «una delle compagnie più sporche e delle meno responsabili» in termini di impegno per il clima.