Per la prima volta in Europa, Google pagherà agli editori un compenso per poter utilizzare i contenuti prodotti dai loro giornali. Solo a quelli francesi, almeno per ore. La notizia è arrivata attraverso una dichiarazione congiunta dell’Alliance de la Presse d’Information Générale (Apig) – organizzazione transalpina che rappresenta più di 300 testate nazionali e locali –  e il gigante statunitense del web.

L’accordo – Secondo quanto annunciato, i contenuti saranno pagati in base a criteri come il volume quotidiano di pubblicazioni, il traffico internet mensile e il contributo all’informazione politica e generale. Tuttavia, Google e Apig non hanno detto quanti soldi potrebbero essere distribuiti in base all’accordo. Tra le novità, anche la possibilità per i giornali di accedere a News Showcase, il programma lanciato di recente dalla società di Muntain View in cui i media vengono pagati in cambio del permesso di riprodurre una selezione di contenuti. Pierre Louette, presidente dell’Apig, ha affermato che l’accordo equivale al riconoscimento effettivo dei diritti connessi, garantiti all’interno del diritto d’autore e fonte giuridica per ricevere il pagamento dei contenuti su internet. Il Ceo di Google in Francia, Sebastien Missoffe, ha parlato di una dimostrazione d’impegno che apre nuove prospettive. Prima di questo accordo, Google aveva firmato solo intese individuali con poche testate, come i quotidiani nazionali Le Monde e Le Figaro.

Braccio di ferro – L’annuncio della conclusione della trattativa tra Apig e Google è arrivato dopo mesi di trattative a seguito delle norme Ue sul copyright, stabilite dalla direttiva approvata a marzo 2019. Secondo questa, gli editori avrebbero potuto richiedere alle piattaforme online una commissione per ogni contenuto segnalato dal motore di ricerca. A seguito della direttiva, la Francia aveva accusato il colosso statunitense di infrangere i diritti connessi. Google si era inizialmente opposto alle trattative, scegliendo di penalizzare l’indicizzazione dei giornali che si erano rifiutati di continuare a offrire contenuti in maniera gratuita. La Francia era stato anche il primo Paese Ue a recepire la direttiva europea e il governo aveva scelto la linea dura rafforzando la legge con una decisione dell’Antitrust. A ottobre questa era stata confermata dalla Corte d’appello. Grazie alla sentenza, Google era stato costretto ad aprire i primi negoziati.

Italia – Tra i Paesi europei che hanno avviato l’iter per recepire la direttiva europea nel proprio ordinamento c’è anche l’Italia. Dopo l’accordo firmato a novembre scorso tra Google e alcuni editori francesi, il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, aveva sostenuto che il provvedimento sarebbe stato approvato entro l’inizio dell’anno. «A quel punto il governo farà i decreti attuativi per sancire regole che favoriscano la remunerazione dei contenuti editoriali», aveva dichiarato Martella a Repubblica. Tra Recovery plan e crisi di governo, il processo è ancora fermo.