La Corea del Nord riaccende la tensione. Due missili balistici a corto raggio sono esplosi all’alba sul Mar del Giappone, al largo delle acque territoriali di Tokyo. L’annuncio arriva da fonti militari sudcoreane. Era da un anno che dal leader supremo Kim Jong-un non arrivavano provocazioni di questo tipo. Si tratta inoltre del primo test da quando Joe Biden è diventato presidente degli Stati Uniti. In questi giorni Washington, dopo il tour diplomatico in Asia del segretario di Stato Tony Blinken, sta rilanciando i negoziati per la denuclearizzazione della penisola coreana e rivedendo il piano delle sanzioni. Ma un accordo con Pyongyang sembra ancora molto lontano. Al momento, la Casa Bianca non ha rilasciato alcun commento. I Consigli nazionali di sicurezza di Corea del Sud e Giappone si sono intanto riuniti per discutere della situazione. Ferma la condanna del primo ministro nipponico Yoshihide Suga: «Il lancio dei missili è una minaccia alla pace e alla stabilità di questa regione e viola le risoluzioni delle Nazioni Unite».

Il leader supremo della Corea del Nord Kim Jong-Un (foto di Wikimedia Commons)

Il test balistico – La Corea del Nord ha lanciato i due missili dalla base di Sondok, località della costa orientale, alle 7 di mattina ora locale. Entrambi hanno volato per 450 km sotto i 100 km di altitudine, prima di schiantarsi al largo del Giappone, come conferma il ministro della Difesa nipponico Nobuo Kishi. Il primo ministro Suga aveva preannunciato l’azione di Pyongyang il giorno prima, avvertendo gli altri Paesi della ripresa dei test missilistici. Tutto questo rientra nella strategia della Corea del Nord per alzare la tensione con gli Stati Uniti e i loro alleati giapponesi e sudcoreani. Il 21 marzo erano stati lanciati due missili da crociera, meno potenti, tanto che Biden aveva considerato il fatto come una cosa di poco conto. «È probabile che la Corea del Nord abbia voluto reagire al suo minimizzare», ha detto al New York Times Harry J. Kazianis, direttore del dipartimento di studi coreani al Centro per l’interesse nazionale americano, «Il regime di Kim Jong-Un, come negli anni di Donald Trump, risponderà a qualunque commento denigratorio proveniente da Washington». La scorsa settimana, la Corea del Nord si era lamentata per le esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud. Inoltre, un uomo d’affari nordcoreano, colpevole di riciclaggio di denaro, è stato estradato dalla Malesia per venire processato in America; Pyongyang, per questo, ha promesso di far pagare «un caro prezzo».

Il quadro asiatico – Negli incontri diplomatici di settimana scorsa a Tokyo e Seoul, Antony Blinken ha sottolineato la necessità di denuclearizzare la penisola coreana. Il viceministro della Difesa di Pyongyang Choe Son Hui ha definito questi propositi delle «teorie farneticanti di una minaccia nordcoreana, basate su una retorica senza fondamenti». Sullo sfondo ci sono sempre i rapporti con la Cina, unica alleata della Corea del Nord, che si teme possa sostenere il suo programma nucleare con la propria forza economica. Tra i vari tipi di aiuti ci sarebbero anche cybercriminali, come nota l’intelligence americana. Nei giorni scorsi, Kim Jong-Un ha rinsaldato i rapporti con il leader cinese Xi Jinping, richiamandolo all’unità tra i due Paesi nella «lotta contro forze ostili». Ma questa volta, da Pechino, è arrivato un commento più conciliante: «Il mantenimento della pace e della stabilità della penisola coreana è l’obiettivo di tutta l’umanità», ha detto la portavoce del ministro degli Esteri Hua Chunying.

La torcia olimpica – Il test missilistico della Corea del Nord avviene lo stesso giorno in cui la torcia olimpica inizia il suo viaggio nel mondo. Suga rassicura che non ci saranno problemi di sicurezza per le prossime Olimpiadi di Tokyo, previste ad agosto dopo essere state rinviate lo scorso anno a causa della pandemia da coronavirus. Il primo ministro giapponese discuterà a fondo della minaccia nordcoreana con Joe Biden il prossimo mese, durante la sua visita a Washington.