Lo stop ai test sui missili verso il Giappone e la liberazione dei 16 pescatori cinesi sequestrati il 5 maggio. Prove di distensione in Corea del Nord. La conferma del rilascio dei pescatori è arrivata dallo stesso armatore che ne aveva denunciato il sequestro, da parte di autorità nordcoreane non meglio identificate. Il proprietario della nave sostiene di non aver pagato alcun riscatto, anche se i sequestratori avevano fissato per la liberazione un prezzo di circa 100mila dollari.

Ma il fronte più scottante dal punto di vista diplomatico è quello dei missili terra-mare. La scorsa settimana, Pyongyang ha dichiarato il 18-21 maggio come periodo off-limits alla navigazione. Da sabato il regime nordcoreano ha cominciato a lanciare missili a corto raggio nel Mar del Giappone, con una gittata di circa 120 chilometri, a fronte di quelli di lunedì andati oltre i 150 chilometri.

 

Le recenti attività militari da parte del Nord sono “un elemento di minaccia per la stabilità della penisola coreana”, ha detto il portavoce del ministero della Difesa, Kim Min-seok, aggiungendo che “l’intelligence di Corea del Sud e Stati Uniti stanno esaminando i dati” per verificare se i pezzi lanciati siano in grado di superare la capitale Seul che si trova a 50 km dal confine. Kim ha osservato che Pyongyang ha di recente ridotto la sua retorica bellicosa. E infatti non avrebbe risposto alle intenzioni americane di testare il Minuteman III, un missile intercontinentale.

Andrea Tornago