Nuove esercitazioni missilistiche per la Corea del Nord. I lanci di missili a corto raggio, riportati da fonti sudcoreane, sono avvenuti alle 16:30 del 9 maggio (in Italia le 9:30 di mattina). Una dichiarazione di forza, l’ennesima che il governo di Pyongyang invia agli Stati Uniti e ai loro alleati per cercare di riaprire in negoziati contro le sanzioni punitive inflitte al Paese comunista. Il test del 9 maggio, arrivato a soli cinque giorni da quello di sabato 4, è stato programmato proprio mentre i negoziatori di Giappone e Stati Uniti si incontravano a Seul per discutere del nucleare nordcoreano.

Il test – I missili sono stati lanciati in direzione orientale: stando alle dichiarazioni del Comando di Stato maggiore congiunto della Corea del Sud, hanno tagliato la Corea del nord finendo nelle acque del mar del Giappone. Tutto sotto controllo per Tokyo, il cui ministro della Difesa ha dichiarato che «la situazione non impatterà nell’immediato la sicurezza del Paese». I test missilistici sono stati effettuati dalla base di Sino-ri, circa 80 chilometri a nordovest di Pyongyang, dove vengono costruiti missili Rodong (Nodong nella pronuncia sudcoreana) a corto e medio raggio.

I negoziati – Non è un caso che i due test missilistici siano avvenuti proprio nei giorni in cui Giappone e Corea del sud si stanno confrontando con il capo della diplomazia Usa in Corea Stephen Biegun per riaprire il dialogo sul nucleare di Pyongyang, che prevederebbe anche aiuti alimentari e umanitari alla Corea del Nord come incentivo. I missili di maggio arrivano due mesi dopo i negoziati di Hanoi in Vietnam, durante i quali Pyongyang ha cercato di trattare con Donald Trump la fine delle sanzioni in cambio di una rimozione parziale dell’arsenale nucleare. Il vertice è fallito perché il presidente Usa ha chiesto uno smantellamento totale, e non è voluto scendere a compromessi con il leader supremo Kim Jong-un. Dopo lo stop alle trattative con gli Usa, Kim ha cercato una soluzione alternativa per aggirare le sanzioni internazionali: la visita al presidente russo Vladimir Putin, che si è però risolta in dichiarazioni d’amicizia e collaborazione molto generiche.

La strategia di Kim – Il leader della Corea del Nord ha deciso di basare gran parte della sua strategia militare sulla minaccia atomica. Durante il suo mandato, a partire dal 2012, ha ordinato più di cento test missilistici, contro i 63 effettuati dal padre e dal nonno tra il 1984 e il 2011. Kim Jong-un in questo modo spera di sopperire alla carenza di addestramento ed equipaggiamento delle sue truppe, e al tempo stesso continuare a condurre la propaganda di una guerra di attrito comunista (teorizzata da Mao) con deterrenza atomica. L’idea di Kim è quella di «raggiungere un livello operativo tale da colpire a livello convenzionale o nucleare obiettivi che si trovano sia nella penisola coreana che in Giappone», come rivela uno studio dello Strategic and International studies di Washington.