America ed Europa prendono sul serio le minacce di un attacco nucleare della Corea del Nord. Nella notte del 3 aprile l’agenzia ufficiale di Pyongyang ha battuto il via libero definitivo all’esercito nordcoreano per un’offensiva contro l’America. Nel comunicato dello Stato maggiore dell’Esericito popolare si riferisce che gli Stati Uniti sono stati “formalmente” informati di una potenziale azione nucleare.

“La Corea del Nord deve smetterla con minacce provocatorie e cercare di conformarsi agli obblighi internazionali”, ha subito risposto la Casa Bianca. La nuova dichiarazione di Pyongyang è stata definita “provocatoria” da Washington, che prospetta come unico esito quello di “isolare ancora di più la Corea del Nord dal resto della comunità internazionale”.

Nella mattina del 4 aprile anche l’Europa ha preso una netta posizione di condanna. Il ministro degli Esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton, “deplora” l’annuncio da parte della Corea del Nord del sito nucleare di Yongbyon come un’ulteriore “chiara violazione” delle risoluzioni Onu e degli “impegni presi nel 2007” da parte di Pyongyang. Tensioni internazionali che, secondo l’esponente per la politica estera europea, “condurranno inevitabilmente ad una risposta sempre più unita della comunità internazionale”. Preoccupazioni confermate, durante una conferenza stampa a Monaco, da Ban Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite.

Secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap, la Corea del Nord ha trasportato sulla costa orientale un missile a medio raggio. “Le autorità d’intelligence sudcoreane e Usa hanno rilevato segnali secondo cui Pyongyang ha dispiegato un oggetto visto come un missile di media gittata sulla sua costa orientale”, ha riferito una delle fonti. Dalle analisi fatte potrebbe trattarsi di un vettore Musudan, capace di coprire 4mila chilometri e quindi di raggiungere Guam.

Andrea Zitelli