Il quotidiano di Seul Chosun Ilbo aveva raccontato la sua epurazione in un campo di lavoro dopo il fallimento del summit in Vietnam con gli Usa dello scorso febbraio. Invece ieri, 2 giugno, Kim Yong-chun è riapparso in pubblico, immortalato dalla televisione di Pyongyang Kcna, mentre assisteva a uno spettacolo teatrale. L’ex braccio destro del dittatore nordcoreano Kim Jong-un era scomparso dai radar politici da mesi.

La ricomparsa – Ieri, in un’esibizione amatoriale delle mogli dei militari, l’ex capo dei servizi segreti e vice-presidente del Partito dei Lavoratori è stato beccato in prima fila a teatro, a sole sei poltrone di distanza da quello che sembrava fosse diventato anche il suo esecutore. Una smentita alle indiscrezioni apparse sui media della Corea del Sud, secondo cui Kim Yong-chun avrebbe pagato a caro prezzo il nulla di fatto dell’ultimo incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il dittatore Kim Jong-un nel secondo e ultimo incontro avvenuto tra i due ad Hanoi, capitale del Vietnam, il 27 e 28 febbraio scorsi.

Un ritratto di Kim Jong-un, il dittatore della Corea del Nord

Il summit fallito – In quell’occasione i leader dei due Paesi, stando almeno alle ottimistiche dichiarazioni di facciata, avrebbero dovuto raggiungere un accordo sulla progressiva smilitarizzazione nucleare dello Stato asiatico. Invece, la volontà di Kim di non smantellare il suo arsenale, se non solo un piccolo numero di basi, oltre alla richiesta della revoca totale delle sanzioni, avevano fatto saltare il banco. Kim Yong-chun, il redivivo, aveva intessuto i contatti prima dell’incontro con lo stesso Trump e con Mike Pompeo, segretario di Stato americano, assieme al capo delegazione Kim Hyok-chol. Quest’ultimo però, sempre secondo il Chosun Ilbo, sarebbe stato addirittura giustiziato per la stessa ragione. Un’informazione che non ha ancora ricevuto conferme ufficiali, ma Kim Hyok-chol ieri a teatro non è stato avvistato da nessuno.

Nuovo tentativo? – Nei giorni scorsi c’era stata anche un’apertura su un possibile terzo incontro tra Trump e Kim da parte del premier giapponese Shinzo Abe. Un’ipotesi subito rigettata dalla Corea del Nord, con l’agenzia ufficiale del regime di Kim, la Korean Central News Agency, che avrebbe accusato Shinzo di sfacciataggine e definito il ministro degli Esteri nipponico, Taro Kono, un viscido. La sua colpa, quella di aver subordinato l’alleviamento delle sanzioni al regime solo alla riduzione dell’arsenale missilistico di Kim.