«Ci sono numerose prove sul fatto che il coronavirus arrivi dal laboratorio di virologia di Wuhan». A dirlo è Mike Pompeo, segretario di Stato americano. Inoltre, secondo Pompeo, la Cina «ha fatto tutto quello che ha potuto per assicurarsi che il mondo non sapesse in modo tempestivo» della pandemia nata nella città dell’Hubei. Anche il presidente Donald Trump ha ribadito che ci siano prove sulla responsabilità cinese, anche se non può ancora rivelare quali. Partita come bufala, alimentata da chi ha tirato fuori un servizio di TG Leonardo del 2015, l’ipotesi dell’origine non naturale del coronavirus sembra trovare sostegno nelle più alte istituzioni statunitensi. La maggior parte del mondo scientifico e l’Organizzazione mondiale della sanità, però, ribadiscono il passaggio animale-uomo come punto di partenza del Covid-19.
I FIVE EYES: LA CINA HA MENTITO – Gli Stati Uniti non sono gli unici ad accusare la Cina, soprattutto di essere stata quantomeno poco trasparente sulla gestione dell’epidemia. Anche secondo un fascicolo dei Five eyes, i cinque Paesi anglofoni (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda) con strette collaborazioni tra intelligence, il virus sarebbe partito dal laboratorio di Wuhan, nel quale però le tracce sarebbero già state fatte sparire. Nel documento si legge anche che «la Cina ha mentito sulla trasmissione da uomo a uomo del coronavirus, ha fatto scomparire gli informatori e si è rifiutata di aiutare le nazioni a sviluppare un vaccino». Pechino smentisce duramente queste accuse, spalleggiata dall’Oms che ribadisce l’origine naturale della malattia. L’Organizzazione mondiale della Sanità è da tempo accusata da Trump di eccessiva vicinanza al governo cinese, al punto che gli Stati Uniti hanno tagliato i fondi.
COSA DICE LA SCIENZA – La teoria del coronavirus creato in laboratorio, comunque, non trova concorde la comunità scientifica. Una ricerca internazionale pubblicata su Nature, la principale rivista scientifica mondiale, ha ricostruito le tre ipotesi sull’origine del virus. Nello studio si legge che la più probabile è l’origine naturale e il passaggio da animale, pangolino o pipistrello, a uomo nel mercato della carne di Wuhan, a causa delle carenti norme igieniche. La seconda è che fosse presente nell’uomo da tempo e soltanto negli ultimi mesi abbia subito la mutazione che l’ha reso capace di una rapida diffusione. Infine un’ipotesi considerata inverosimile, ma riportata nella ricerca, è che il virus sia effettivamente nato in laboratorio, ma modificandosi naturalmente all’interno di provette e piastrine. Del tutto esclusa nelle conclusioni l’origine artificiale, cioè la creazione tramite modificazioni genetiche. Non è dello stesso parere Luc Montagnier, premio nobel per la medicina nel 2008. Il francese sostiene che il Covid-19 sia stato generato durante alcune ricerche su un vaccino per l’Hiv. Lo studio indiano che ha citato a sostegno della sua tesi, però, è stato ritirato dai suoi stessi autori a seguito delle critiche sulla metodologia, anche se risulta ancora pubblicato sul sito.