«Quello che voglio è riavere indietro la vita di prima negli Stati Uniti e nel mondo. Lo sconfiggeremo». Il presidente degli Stati Uniti cambia idea. Pasqua non sarà il giorno in cui termineranno le linee guida anti-contagio da Coronavirus. Anzi, probabilmente sarà il giorno in cui l’America toccherà il picco dei colpiti dall’infezione. Donald Trump ha così prolungato di un mese, fino al 30 aprile, le misure di contenimento per rallentare la diffusione della “piaga”, così come il presidente ha definito il Covid-19. Secondo le stime degli scienziati senza le misure di contenimento rischiavano la vita 2,2 milioni di persone. «Si potrà dire di aver fatto un buon lavoro se il numero potrà limitarsi a 100.000 persone, anche se si tratta di un numero orribile» ha sottolineato Trump.

Il retroscena – «In aprile, sapete, quando il clima diventerà più caldo, andrà via miracolosamente» aveva detto il presidente Usa secondo il New Yorker. Donald Trump aveva aggiunto che avrebbe convertito le drastiche misure di contenimento del contagio il prima possibile, entro il 12 aprile, cioè il giorno di Pasqua. Ma ci ha ripensato. La prima necessità resta quella di far ripartire l’economia del Paese. Gli scienziati e gli stessi consiglieri del presidente hanno però evidenziato come un prematuro ritorno alla normalità possa far aumentare il numero dei contagiati. Secondo le prime stime degli esperti, come riporta il New York Times, anche seguendo un rigido protocollo di contenimento ci sarebbero circa 200mila morti. Da qui il cambio di rotta di Trump. «Durante questo periodo è molto importante che tutti seguano rigidamente le linee guida» ha detto l’inquilino della Casa Bianca nell’ultima conferenza stampa tenuta a Washington. Una tesi confermata da Anthony Fauci, maggior esperto americano di malattie infettive, che ha reputato la decisione del tycoon come una «mossa saggia e prudente».

I contagi – I dati aggiornati della Johns Hopkins University confermano 143.055 contagiati negli Stati Uniti. I primi della tremenda classifica, a cui seguono l’Italia, la Cina e la Spagna. 2.513 il numero dei morti totali in America, aggiornato alle 11 del 30 marzo: 776 a New York City, 144 a Washington, 73 a New Orleans. Il grafico mostra un’impennata: in una solo settimana i contagiati negli Stati Uniti sono più che quadruplicati. E se prima si trattava, come più volte ha ripetuto il presidente, solo di una brutta influenza, ora forse tutti hanno capito di cosa si tratta. A chi gli ha detto come Cuba e Russia stiano aiutando Italia e Spagna Trump ha risposto: «Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Italia, dove il tasso di mortalità è alto, la stiamo aiutando molto con forniture e assistenza finanziaria». «Stiamo lavorando con la Spagna. Stiamo lavorando con tutti».

New York City – La situazione della Grande Mela è drammatica. «Ho visto cose che non avevo mai visto prima» ha commentato Trump, «nelle ultime settimane ho visto camion e camion refrigerati trasportare sacchi con i corpi delle vittime sulle strade, ce ne sono molti». Parla del Queens, la zona di New York in cui è cresciuto. L’ipotesi del Presidente di imporre una quarantena allo Stato di New York, perché fra i maggiori focolai del Paese, non è stata vista di buon grado dal governatore dello Stato Andrew Cuomo. «Sarebbe come una dichiarazione di guerra agli stati federali, sarebbe una decisione “anti-americana”» ha detto Cuomo in un’intervista alla CNN. Intanto, per fronteggiare il numero di persone che hanno bisogno di essere ospedalizzate con le attrezzature necessarie, è stato allestito un ospedale da campo a Central Park. Il polmone verde di New York ora diventerà uno dei protagonisti alla lotta del virus. A realizzare la nuova struttura, nell’area del parco di East Meadow, sono stati 60 volontari dell’organizzazione umanitaria evangelista del Nord Carolina, la Samaritan’s Purse.