Il 6 dicembre la Corte costituzionale della Romania ha annullato l’esito delle elezioni presidenziali del 24 novembre, che avrebbero dovuto portare ad un inaspettato ballottaggio tra il candidato di estrema destra Calin Georgescu e la centrista Elena Lasconi. Le motivazioni della corte riguardano la presenza di pesanti influenze esterne che avrebbero condizionato il voto.

Le elezioni Inizialmente la Corte aveva decretato la regolarità del conteggio elettorale, indicando l’8 dicembre come data del ballottaggio. La successiva decisione di annullare il voto delle presidenziali è stata presa in seguito alla disposizione del presidente della repubblica uscente, Klaus Iohannis, di desecretare alcuni documenti che dimostrano ingerenze straniere, principalmente russe. Sia Georgescu, populista e nazionalista, sia Lasconi, di orientamento liberale, hanno protestato. Lasconi aveva infatti superato dello 0,03 per cento il candidato del partito socialdemocratico Marcel Ciolacu, attuale primo ministro rumeno. Con la ripetizione del voto, potrebbe rischiare di rimanere fuori dal nuovo ballottaggio. Tra i due avvenimenti si sono nel frattempo tenute il primo dicembre anche le elezioni legislative che hanno registrato come primo partito i socialdemocratici, ma al tempo stesso l’ascesa dei partiti di estrema destra, che hanno raggiunto uniti il trenta per cento.

Il ruolo di Bogdan Peschir Il 7 dicembre gli inquirenti hanno interrogato Bogdan Peschir, che su TikTok è noto come Bogpr: sembra essere lui, secondo le indagini, il responsabile principale dell’apparato di disinformazione e manipolazione a sostegno del candidato filorusso Georgescu, con una campagna che avrebbe raggiunto almeno otto milioni di utenti. Programmatore trentacinquenne, volto coperto nei suoi video sui social, Peschir avrebbe pilotato il finanziamento illecito della campagna di Georgescu, facendo sì che il politico semisconosciuto riuscisse a vincere il primo turno delle elezioni presidenziali con circa il 23 per cento dei voti. Dall’account di Peschir sarebbero partite donazioni per oltre un milione di euro a influencer contattati tramite una società di marketing sudafricana. Ogni video di propaganda pro Georgescu sarebbe stato pagato mille euro. TikTok ha collaborato con gli inquirenti, documentando una spesa di circa 400 mila euro solo nel mese di novembre, anche durante il periodo di silenzio elettorale, con un picco a partire dal 13 novembre. Peschir si è difeso confermando le donazioni, ma sostenendo: «Non ho finanziato una campagna, ho donato a diversi tipi di account TikTok senza chiedere loro favori o condizionare queste donazioni al loro orientamento politico». In precedenza si era paragonato a Musk, sostenendo che il multimiliardario americano avrebbe finanziato in modo analogo Trump con più di 100 milioni di dollari. Ciò che resta da chiarire è da dove il giovane programmatore, che espone un tenore di vita sproporzionato rispetto al valore della sua attività informatica, abbia potuto ottenere i fondi.

Influenze esterne e reazioni La possibilità di un’ingerenza russa si è mostrata molto probabile anche sulla base di somiglianze con le elezioni nella vicina Moldavia: alcuni degli account a sostegno di Georgescu avrebbero partecipato anche alla campagna di disinformazione del candidato moldavo filorusso Alexandr Stoianoglo. La maggioranza di governo si è spaccata sulla reazione alla decisione della Corte costituzionale rumena. Antonio Tajani, vice premier e leader di Forza Italia, si è detto «molto preoccupato per la denuncia di attività ibride russe volte a influenzare il voto», mentre l’altro vice premier Matteo Salvini, capo della Lega, ha affermato che «annullare il voto democratico in Romania perchè il risultato non è gradito a Bruxelles e a certi potenti come Soros, è molto pericoloso».