Il coronavirus torna a far paura in Australia. Dalla mezzanotte di oggi, giovedì 27 maggio, Melbourne e lo Stato di Victoria entreranno in lockdown per una settimana nel tentativo di contenere il nuovo focolaio: 34 i positivi registrati, 12 dei quali nelle ultime 24 ore. «Individuati 10mila potenziali casi di contatto, primari e secondari, nel quadro del cluster», ha annunciato il primo ministro James Merlino.

Le restrizioni – «Sono restrizioni altamente deplorevoli, ma necessarie nelle circostanze attuali», ha detto il ministro della Sanità Greg Hunt alla vigilia del quarto lockdown a cui si sottoporrà la seconda città d’Australia, insieme allo Stato che la circonda. Diverse le misure di contenimento. A chiudere, oltre le scuole, saranno tutti gli esercizi commerciali non essenziali. Le uscite personali saranno consentite solo per l’acquisto di cibo e di articoli di prima necessità, per fornire e ricevere cure, per motivi legati allo studio e al lavoro e per fare esercizio fisico in forma individuale. Tornerà l’obbligo di indossare la mascherina sia all’interno che all’esterno mentre sarà consentito l’asporto per bar e ristoranti, sempre nel rispetto del distanziamento sociale.

Le cause – Il nuovo focolaio di Melbourne è stato identificato dopo che un viaggiatore di origini indiane è stato infettato durante la quarantena di un hotel nello stato del South Australia all’inizio del mese di maggio. Secondo quanto riportato dal vice direttore sanitario del dipartimento della Salute del governo australiano, Paul Kelly, l’uomo è risultato positivo alla variante indiana, la B.1.617. «Abbiamo a che fare con un ceppo altamente infettivo del virus, una variante inquietante che si sta diffondendo più velocemente di qualsiasi altra che abbiamo mai registrato», ha dichiarato il premier Merlino.

Le strategie nella prima ondata – L’Australia si è distinta sin dall’inizio della pandemia per il numero molto contenuto di contagi. A determinare tale risultato è stata la politica di “eliminazione” del virus, e non di semplice contenimento. Una strategia facilitata dalla condizione economica del Paese, oltre che alla bassa densità di popolazione e all’adozione di rigide misure di tracciamento, come la registrazione online della propria presenza per l’utilizzo dei mezzi pubblici per l’ingresso nei locali e negli spazi aperti.