«Rilasceremo il pilota indiano catturato come gesto di pace». Le dichiarazioni del presidente pakistano Imran Khan arrivano poche ore dopo l’anticipazione del ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi. Islamabad, insomma, tenta di stemperare la tensione tra India e Pakistan, salita alle stelle dopo l’abbattimento di due arei indiani in Kashmir e la cattura di un pilota, Abhinandan Varthaman. E’ questo, per ora, l’ultimo capitolo di una serie di scontri iniziata il 14 febbraio, dopo la strage di una quarantina di soldati indiani ad opera di alcuni jhiadisti del Kashmir. Per Delhi il gruppo terroristico gode della protezione del governo pakistano, che ha annunciato tramite Qureshi di aver consegnato all’India il dossier sugli attentatori. Nella mattinata del il premier Narenda Modri ha accusato il Pakistan «di architettare disegni diabolici per destabilizzare l’India». Dichiarazoni non concilianti, anche se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si mostra invece ottimista sulla risoluzione della crisi tra le due potenze nucleari.

Abbattimento e cattura- Dopo l’abbattimento del suo Mig 21, Il colonnello indiano Abhinandan Varthaman stava per essere massacrato da alcuni civili. L’intervento dei soldati pakistani è stato provvidenziale. Hanno riportato la calma e gli hanno offerto del tè. Poi gli hanno fatto alcune domande prima di trasportarlo in ospedale per curare alcune ferite lievi. Qualche ora prima aveva ingaggiato insieme a un altro aereo una battaglia aerea contro i più equipaggiati F-16 pakistan che avevano appena bombardato obiettivi nella porzione di Kashmir sotto il controllo di Delhi. Abhinandan Varthaman è risucito a paracadutarsi, dell’altro pilota invece non ci sono notizie.

Escalation – La tensione per il controllo del Kashmir, regione contesa tra India e Pakistan dal ‘47, era salita vertiginosamente il 14 febbraio. Un attentato suicida, rivendicato da terroristi jihadisti, aveva fatto saltare un convoglio di bus causando la morte di una quarantina di soldati indiani. L’India, convinta della connivenza del governo pakistano con gli attentatori, aveva risposto martedì 26 febbraio con un raid aereo in territorio pakistano, dove avrebbero perso la vita 350 terroristi. Un’altra incursione aerea indiana, invece, si era fermata a 100 km dalla capitale Islamabad. Nelle ultime ore l’aviazione pakistana aveva risposto con l’attacco a sei obiettivi militari nel Kashmir indiano. Proprio nel tentativo di opporsi a questo raid sono stati abbattuti i due Mig 21, uno dei quali pilotato dall’ufficiale catturato.

Segnali di distensione?- Nelle ultime ore sono rimbalzate molte dichiarazioni. Il timore è quello di un’escalation incontrollabile tra due potenze dotate di capacità nucleare. Tuttavia non mancano segnali di distensione. Il Pakistan, oltre a promettere l’imminente rilascio del pilota indiano, secondo il Times of India avrebbe anche contattato la Cina per chiedere una sua mediazione. Dall’India però almeno al momento la disponibilità al dialogo appare scarsa: «Oggi noi indiani  – ha detto il premier Modrì – siamo tutti uniti per contrastare i piani diabolici» del Pakistan. Donald Trump invece crede in un riavvicinamento. «Gli Usa sono stati coinvolti nel tentativo di aiutare entrambi per vedere se riusciamo a ottenere qualche organizzazione e pace. Credo che probabilmente questo sia destinato ad accadere», ha dichiarato il tycoon dal Vietnam dopo l’incontro con il leader nordcoreano Kim Jong Un.