Lo stabilimento luogo dell'incidente Ph. www.ansa.it

Dopo il crollo in Bangladesh di uno stabilimento che ospitava cinque fabbriche tessili, quello in Cambogia. Tre persone sono morte e sei ferite giovedì 16 maggio a causa di un crollo in una fabbrica di scarpe a 40km dalla capitale Phnom Penh. Dalle prime ricostruzioni l’incidente sembra essere stato provocato dal cedimento di alcune travi d’acciaio che sostenevano un’area nel tratto comunicante tra due edifici. Ad aver originato tutto sembra essere stato l’eccessivo peso caricato su un piano sopraelevato pieno di scarpe e macchinari.

Al momento del crollo, gli operai in fabbrica erano una cinquantina. Lo ha riferito Ith Sam Heng, ministro per gli affari sociali. La fabbrica, gestita da una società taiwanese nella provincia di Kampong Seu, produce calzature in particolare per la Asics.

Nel mese di marzo, gli operai della Wing Star Shoes avevano scioperato per chiedere un aumento di salario e migliori condizioni di lavoro. Lo stabilimento fa parte della galassia dell’industria tessile cambogiana, che impiega più di 500mila persone, e che con 4,6 miliardi di dollari di fatturato contribuisce fortemente alle esportazioni nazionali, dopo il boom di investimenti avvenuto nell’ultimo decennio. Le retribuzioni sono tra le più basse in Asia; recentemente, dopo un’ondata di scioperi nelle fabbriche d’abbigliamento, il governo ha portato il salario minimo mensile a 75 dollari.

I 1.127 morti nello stabilimento in Bangladesh prima, i tre morti ora, hanno originato un forte dibattito chiamando in causa le grandi aziende tessili occidentali che producono in massa nei Paesi dell’Asia minore e sud- orientale.

Luigi Brindisi