Guidare, andare allo stadio, comprare alcolici, lavorare in un bar. Per alcune donne, sono tutte attività quotidiane. Per altre, diritti conquistati e da rivendicare. Tutto dipende dal luogo in cui si nasce. In Sri Lanka il Governo ha appena deciso di approvare un emendamento a una legge del 1955, che consentirà alle donne maggiorenni di acquistare alcolici e di lavorare in locali e ristoranti in cui vengono serviti. Cosa che prima potevano fare soltanto dopo aver ottenuto un’autorizzazione dal Ministero delle Finanze. Ed è stato proprio il Ministro delle Finanze Mangala Samaraweera a dare l’annuncio il 10 gennaio. In alcune situazioni le donne potevano già bere alcolici in luoghi pubblici, ma ora è finalmente ufficiale un diritto che, dopo 60 anni, non appartiene più solo agli uomini. E non è l’unico. Il 2017 ha visto infatti diversi Paesi fare passi avanti sui diritti delle donne, sebbene ci sia ancora molto da fare.
#IWillDriveMyself in Arabia Saudita – Tramite un decreto che entrerà in vigore a partire da giugno 2018, il re saudita Salman ha deciso di permettere alle donne del Regno di prendere la patente di guida e, quindi, di usare la macchina da sole. Prima, infatti potevano spostarsi da un luogo all’altro soltanto in presenza di un autista o accompagnate da un uomo della famiglia. Le attiviste per i diritti delle donne rivendicavano il diritto di guidare già dal 2013, quando alcune di loro avevano iniziato a incoraggiare le saudite a mettersi al volante e postare immagini sui social con l’hashtag #IWillDriveMyself, dimostrando così di poterlo fare. Ma in Arabia Saudita, ricordiamo, quasi mai i diritti arrivano subito. Il voto alle donne, ad esempio, è stato concesso soltanto il 13 dicembre 2015.
Donne allo stadio e accesso ai servizi governativi – Sempre in Arabia Saudita, si sono aperte le porte degli stadi delle tre maggiori città del Regno (Riad, Gedda e Damman) anche al pubblico femminile, dopo un annuncio dei responsabili sportivi del Paese. Lo scorso settembre, le donne avevano già potuto accedere allo stadio per partecipare alla festa in occasione dell’87esimo anniversario dalla fondazione del Regno.
A maggio 2017, invece, le donne hanno conquistato l’accesso ai servizi governativi senza il consenso del coniuge o del tutore maschio, che prima dovevano presentare un’autorizzazione.
Ginnastica a scuola – Anche le bambine saudite sono state coinvolte in alcune piccole conquiste, tra cui il diritto, a partire dal prossimo anno scolastico, di fare lezione di ginnastica, seppur “nel rispetto delle norme della Sharìa”, come ha annunciato il Ministro dell’Istruzione.
Velo a Teheran – In Iran, la Polizia ha recentemente ammorbidito l’obbligo di arresto delle donne nel caso in cui non rispettino il codice di abbigliamento imposto dopo la rivoluzione islamica del 1979, per esempio l’obbligo di coprirsi la testa e portare il velo. L’annuncio è stato dato dallo stesso capo della polizia, il generale Hossein Rahimi, ma il permesso sembra aver avuto vita breve. Infatti, nel pieno delle proteste scoppiate alla fine del 2017 per la crisi economica, una giovane iraniana, apparsa su tutti i media mentre protesta senza velo e con i capelli sciolti contro l’obbligo di portare l’hijab, è stata portata via in manette per le strade di Teheran.
Violenza sulle donne in Tunisia – Un voto storico, il 27 luglio 2017, quello del Parlamento Tunisino sulla legge contro la violenza e i maltrattamenti sulle donne e per la parità di genere, che ha finalmente abolito anche l’articolo 227bis del codice penale che prevedeva il perdono per gli stupratori di una minorenne in caso di matrimonio con la vittima.