Il posto 17A di Edward Snowden sul volo Mosca-L’Avana è rimasto vuoto (Foto: twitter.com/SnowdensSeat)

Edward Snowden “non ha superato il confine russo”. È arrivata nella mattinata del 25 giugno la spiazzante dichiarazione del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, interpellato a margine di una conferenza stampa dai giornalisti sul caso dell’ex contractor della National Security Agency, accusato dagli Stati Uniti di spionaggio per aver consegnato ai media le informazioni classificate. “Voglio dire subito che non abbiamo nulla a che fare con Snowden, con le sue relazioni con il dipartimento Usa della giustizia o i suoi movimenti intorno al mondo”, ha sostenuto perentoriamente Lavrov. La presa di posizione è arrivata dopo le minacce degli Usa nei confronti della Russia per trattenere la talpa del Datagate in fuga.

Intanto il gioco a nascondino continua. Come anche il moltiplicarsi di contraddittorie dichiarazioni riportate dall’agenzia russa Interfax – qualcuno parla di “depistaggio” – che facendo riferimento a delle fonti anonime, annuncia la possibilità di controlli a carico di Snowden da parte della polizia russa. L’oggetto di eventuale verifica potrebbero essere i documenti dell’americano, visto che il suo passaporto è stato annullato dagli Stati Uniti.

La spy story internazionale che coinvolge l’ex contractor della Nasa occupa le prime pagine di tutti i quotidiani del mondo, ma della “talpa” stessa si è persa traccia. Da quando il volo da Hong Kong, a bordo del quale presumibilmente è fuggito, temendo l’estradizione negli Usa, è atterrato nell’aeroporto di Mosca Sheremetyevo domenica pomeriggio, Snowden non s’è più visto. Nonostante una folla di giornalisti abbia preso d’assalto l’aeroporto, alla sua ricerca. Alcuni addirittura si sono imbarcati sul volo Mosca-L’Aavana per il quale Snowden, secondo le informazioni della compagnia Aeroflot, aveva fatto il check-in. Ci si può immaginare la delusione dei reporter quando si è capito che sul volo intercontinentale di 11 ore la “talpa” della Cia non c’era. Come lo dimostrava anche il posto 17 A, rimasto vuoto per tutto il viaggio.

La mattina del 25 giugno l’aereo pieno di giornalisti è atterrato nella capitale cubana, senza Snowden. Qualcuno dei giornalisti ha detto che rimarrà ad aspettarlo a Cuba. Sperando che la “talpa” passi ancora per l’Havana, diretto al Venezuela o all’Equador dove ha chiesto l’asilo politico.

Intanto sul piano internazionale, c’è il rischio di “una seria battuta d’arresto” nelle relazioni tra Usa e Cina, che ha scartato la domanda di estradizione di Snowden negli Stati Uniti. Di fronte alle accusee degli Usa, ribatte il portavoce del ministero degli Esteri cinese: “Non è stato sensato da parte degli Stati Uniti mettere in discussione la gestione di Hong Kong della questione. Una gestione in linea con le leggi vigenti”.

Anna Lesnevskaya