Ti aspetti un elfo, ti ritrovi Joe Biden. Luogo di contrasti di mitologia celtica, la Cornovaglia: primo tra tutti, quello del blu cobalto del mare e il bianco incantato delle sue spiagge. Distante sei ore di auto dalla City londinese, ma tutt’altro che periferica nell’immaginario popolare. Britannico e non solo. Ritrovo di artisti e scrittori, luogo del cuore di Virginia Woolf, casette di pietra bianca diventate Airbnb per le vacanze di élite. Boris Johnson non ha scelto a caso la sede del primo G7 in piena (post?) pandemia. Qui, nell’equivalente d’oltremanica della Costa azzurra (la “Cornish riviera”), tra villaggi di pescatori e ristoranti gourmet, i grandi della terra si sono ritrovati per il ballo più atteso. Chi al debutto in pista, come il neo inquilino della Casa Bianca e il giapponese Yoshihide Suda. Chi invece all’ultimo tango, come Angela Merkel. e forse Emmanuel Macron, la cui riconferma all’Eliseo nelle elezioni del prossimo anno appare tutt’altro che scontata. Chi invece balla da decenni, come Elisabetta II, apparsa in grande spolvero. Clima, virus, vaccini: questo recitava il copione dello spettacolo andato in scena a Carbis Bay. Che però, come tutte le piece teatrali che si rispettino, ha nascosto il meglio dell’azione dietro le quinte.

Nel blu dipinto di blu – L’indiscusso maestro di cerimonia è stato il padrone di casa. Al suo primo appuntamento post-Brexit, Boris Johnson si è dimostrato particolarmente attento non solo a presentare il Regno Unito come cardine del nuovo ordine diplomatico mondiale, ma anche a promuovere le bellezze di Albione. Suo il tuffo nelle acque cornovagliesi, quasi a cerimonia di chiusura dell’intero vertice: eccentrico come sempre, Johnson si è concesso anche una mattinata di jogging in favore di telecamere, prima di esibire un giro-vita decisamente più modesto rispetto a quanto riportato dai rumors dei mesi scorsi: quelli, per intenderci, che lo dipingevano vittima di gravi problemi cardiaci dovuti all’obesità. Corsa e nuotata mancano della leggerezza sfoggiata quando recitò a memoria i primi 49 versi dell’Iliade in greco antico: l’immagine però è dinamica, ancorché non esattamente omerica.

Alloggi poco glamour – Solitamente impeccabile, pare che l’organizzazione british abbia fatto storcere più di un naso agli illustri ospiti: gli spostamenti sono stati definiti “caotici”, anche a causa della sicurezza che intasava le stradine dei villaggi della costa, mentre fra le delegazioni c’è chi paragonava la sistemazione offerta a degli “studentati universitari”. Galeotto ha rischiato di essere il barbecue sulla spiaggia, con la griglia che a causa del vento ha rischiato di prendere fuoco: i solerti addetti hanno provveduto a sedare tanto le fiamme quanto gli animi dei commensali più suscettibili.

A nolo – A conquistare la scena gli outfit delle consorti, ben più che le cravatte d’ordinanza di molti dei convitati: a fare eccezione il premier canadese Justin Trudeau, fedele alle calze fantasia che lo hanno reso iconico. Jill Biden ha sfoggiato un blazer con la cubitale scritta “Love” sulla schiena, in ossequio «all’amore che io e Joe stiamo portando dall’America». Touché. Menzione d’onore per Carrie Johnson, first lady di Albione: si sapeva che dovesse tirare la cinghia per restituire i soldi ricevuti in prestito per la carta da parati di Downing Street, ma nessuno si sarebbe immaginato che arrivasse a prendere a nolo gli abiti indossati in occasione del G7

God Save the Queen – Anche se presente per la sola giornata inaugurale, la vera mattatrice è stata lei: Elisabetta II d’Inghilterra. La sovrana, 95 anni, è sembrata avere assorbito bene il colpo della recente scomparsa di suo marito Filippo: rilassata e affabile, priva di quella smodata ossessione per il protocollo che a volte la aveva resa indigesta ai suoi stessi sudditi. Caustica come sempre, al momento della foto ufficiale Elisabetta ha sibilato «deve sembrare che ci stiamo divertendo?», in fondo giustificando, dopo oltre un decennio,  Silvio Berlusconi, gelato nel 2009 proprio da Sua Maestà per una battuta a voce troppo alta al momento dello scatto di rito. Sic transit gloria mundi.