Tra tutti i famosi dibattiti politici americani, non si era mai visto un confronto uno a uno su chi è più attento a usare l’igienizzante o a evitare le strette di mano. Eppure, ai tempi del coronavirus, anche il faccia a faccia per le primarie tra i due candidati democratici Bernie Sanders e Joe Biden è stato monopolizzato dal tema dell’epidemia sanitaria.

igienizzante e ticket – Niente pubblico dal vivo e distanze rispettate. Al posto della stretta di mano, Sanders e Biden si sono salutati con il gomito, per poi sedersi nelle loro postazioni, debitamente lontane. Il confronto ha viaggiato tra botte e risposte, in quello che Lauren Gambino sul The Guardian definisce un «delicato equilibro tra il dibattito sui temi elettorali e il riferimento all’urgente crisi sanitaria». I due candidati sono passati da affermazioni come «Sto usando molto sapone e igienizzante per le mani» (Sanders) – «Lo sa Dio quante volte al giorno e con quanta acqua calda e sapone mi lavo le mani» (Biden), a parlare del ticket presidenziale. Biden ha dichiarato che sceglierà una donna come vicepresidente e subito Sanders gli è andato dietro, rilanciando su una figura che rappresenti innanzitutto il progressismo di cui lui si fa ambasciatore.

Le posizioni e la polemica sull’Italia – È sul coronavirus che si è misurata la differenza tra i due candidati e le loro posizioni politiche – più moderata e istituzionale quella dell’ex vicepresidente di Obama, Biden, più aggressiva quella di Sanders – e su questo probabilmente si misurerà anche la scelta degli elettori. Siamo in guerra, ha detto Biden, c’è bisogno di una risposta che includa anche le forze militari e si basi su un programma multimilionario. Questo, secondo lui, rispecchierebbe le esigenze dei cittadini: «Vogliono risultati, non la rivoluzione». Una provocazione diretta all’avversario, per il quale la prima cosa da fare è cambiare e riformare il sistema sanitario. «Siamo impreparati e lo siamo perché non abbiamo un sistema che è pronto a fornire assistenza a tutte le persone neanche quando non c’è un epidemia in corso», ha detto Sanders. «Con tutto il rispetto l’esempio italiano dimostra che l’assistenza pubblica per tutti non risolve il problema», ha ribattuto Biden, chiamando in causa l’Italia e i dubbi sulla tenuta del nostro sistema sanitario a fronte dell’aumento dei casi di persone colpite dal virus. Secondo Worldometers, in Italia i casi sono circa 28mila su una popolazione di 60 milioni mentre negli Usa sono poco sopra i 4mila su un totale di 331milioni. È da considerare però la questione tamponi: negli Stati Uniti non ce ne sarebbero a sufficienza e, soprattutto, non tutti potrebbero permetterselo. Inoltre il governo non avrebbe a disposizione una mappatura organizzata dei risultati, spezzettati tra le varie cliniche private, e quindi dei casi.

Numeri ed etica – Ma per Sanders non si parla tanto di numeri, quanto di etica. La polemica sulla non democraticità del sistema sanitario americano esiste da sempre e in questi giorni è esplosa. Scrive Robert Reich sul The Guardian: «Abbiamo un sistema privato a scopo di profitto per individui abbastanza fortunati da permetterselo e uno sgangherato sistema di assicurazione sociale per i fortunati che hanno un lavoro a tempo pieno: entrambi rispondono a bisogni individuali anziché a quelli del pubblico nel suo insieme». Ci saranno problemi nel rifornimento di materiale medico, perché le aziende private non hanno obblighi di scorte e, anche se arrivasse un vaccino, non potrebbe essere somministrato gratuitamente a tutti gli americani. Dagli Usa arriva un altro grosso ostacolo alla gestione dell’epidemia, oltre ai problemi strutturali: come afferma il Premio Nobel per l’Economia Joseph E. Stiglitz su Project Syndicate, «quando emergono crisi transnazionali, serve una risposta congiunta, come nel caso dell’emergenza climatica. Nessuna amministrazione statunitense ha fatto di più per minare la cooperazione globale e il ruolo dello Stato di quella di Donald Trump».

Scuole e negozi – Proprio su Donald Trump anche i candidati democratici si sono trovati completamente allineati: per entrambi il presidente non starebbe gestendo l’emergenza Coronavirus come sarebbe necessario. Secondo il New York Times, Trump avrebbe detto ai governatori degli Stati di non aspettare il sostegno del governo federale ma di attrezzarsi da soli per respiratori, ventilatori e strumentazioni necessarie per i pazienti da Coronavirus. Intanto a livello locale sono partite alcune misure di contenimento per l’emergenza Covid-19: il sindaco di New York ?ha chiuso scuole, bar e ristoranti. Lo stesso è accaduto a Los Angeles e a Las Vegas, dove si spengono le luci dei casinò almeno per qualche settimana. La Fed, intanto, ha tagliato i tassi d’interesse portandoli a zero, cosa che non succedeva dal 2015 e ha annunciato un piano di acquisto di titoli di stato: tutte misure straordinarie per evitare il crollo economico, l’ombra angosciante che si staglia dietro la pandemia.

Cambierà tutto – Misure prese per lo più nella giornata del dibattito democratico che ha fatto intravedere quanto il Coronavirus cambierà anche le regole del gioco della competizione politica: non solo delle primarie ma delle stesse elezioni presidenziali. Se il dibattito è stato diverso dal solito, sarà lo stesso per l’intera campagna elettorale. Anche perché nell’organizzazione degli eventi e degli spostamenti bisognerà tenere conto che Biden e Sanders, rispettivamente 78 e 77 anni, rientrano in una delle categorie di persone più a rischio per l’infezione da Coronavirus. Come del resto il 73enne Trump.