Gli prenderanno le impronte digitali e gli scatteranno foto segnaletiche. Poi, un giudice gli comunicherà le accuse. Martedì 4 aprile, Donald Trump dovrà presentarsi al tribunale di Manhattan dove sarà sottoposto ai passaggi di un processo penale. È la prima volta che succede ad un ex presidente degli Stati Uniti. Ancora non è chiaro quali prove avrebbe raccolto la procura contro Trump, ma si sa che potrebbe essere molto difficile dimostrare la sua colpevolezza. Le indagini sembrano riguardare un presunto pagamento all’attrice di film porno Stormy Daniels fatto per comprare il silenzio dell’attrice su un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima.
Il caso Manhattan – Le accuse a carico di Trump non sono ancora state rese pubbliche, ma si sa che riguardano un pagamento di 130 mila dollari che Trump avrebbe fatto nel 2016, verso la fine della campagna elettorale a cui poi seguì la sua elezione, tramite il suo ex avvocato Michael Cohen, per convincere l’attrice Stormy Daniels (il cui vero nome è Stephanie Gregory) a non raccontare ai media di un rapporto sessuale avuto con lui nel 2006. Cohen effettuò il pagamento direttamente dal suo conto e venne poi rimborsato dalla “Trump Organization” nel 2017. Nel 2018 Cohen dichiarò che Trump gli aveva ordinato di effettuare il versamento di denaro «allo scopo principale di influenzare le elezioni».
Condanna? – Ad indagare sulla vicenda c’è il procuratore distrettuale Alvin Bragg, che come scrive il New York Times, non si sa ancora se abbia trovato un punto di svolta per far condannare Trump. La giustizia di Manhattan sostiene che il pagamento a Cohen non sarebbe stato rendicontato correttamente secondo le rigide norme che riguardano le spese dei candidati politici. La “Trump Organization” registrò il pagamento a Cohen come un compenso per una consulenza legale per la campagna elettorale. Pagare qualcuno per mantenere un segreto non è un illecito, ma lo diventa nel caso in cui Trump avrebbe utilizzato i fondi elettorali per farlo. Si tratterebbe di una condanna per frode che potrebbe prevedere fino a 4 anni di carcere per l’ex presidente Usa.
Proteste – L’attuale avvocato di Donald Trump, Chris Kise, ha dichiarato alla Cnn che l’incriminazione «non ha nessuna base legale» e che si tratta del «punto più basso della storia del sistema di giustizia penale statunitense». Sul social network Truth Trump, che è candidato alle primarie del partito Repubblicano per le elezioni del 2024, ha scritto che verrà arrestato e ha invitato i suoi sostenitori a indignarsi contro quella che lui ritiene essere una persecuzione politica. Nelle ore successive ha raccolto 5 milioni di dollari per sostenere le spese legali e alcuni fan hanno organizzato per le 12 (le 18 in Italia) di martedì 4 aprile un raduno davanti il tribunale di Manhattan.
Primarie – «Questa caccia alle streghe contro di me si ritorcerà contro Biden», ha detto Trump senza però ricevere un commento da parte della Casa Bianca. Alcune critiche sono arrivate anche dal fronte repubblicano: «Pensi a difendersi dalle accuse, invece di come tornare alla Casa Bianca», ha dichiarato l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson che ha annunciato la sua corsa alla nomination repubblicana per le elezioni presidenziali del 2024. «Sono convinto che le persone vogliano leader che fanno appello al meglio dell’America, e non semplicemente ai nostri peggiori istinti», ha aggiunto.