Cinque colpi di mortaio contro la fermata di un autobus. Il bilancio, di 9 morti e almeno altrettanti feriti, è destinato a crescere. Siamo a Leninski, quartiere a maggioranza russa di Donetsk, roccaforte dei separatisti ucraini. Secondo le testimonianze riportate da un’agenzia vicina ai ribelli, l’autobus avrebbe preso fuoco insieme a un’auto di passaggio.
A dare l’annuncio il ministero della Difesa dell’autoproclamata Repubblica Autonoma, che ha reso noto di aver già arrestato un gruppo di sabotatori sospettati dell’accaduto. Il governo di Kiev, però, non ci sta: “La fermata si trova a 15 km di distanza dalle nostre postazioni, quindi è molto più probabile che sia stata bombardata dalle aree della città sotto il controllo dei separatisti”.
La mattinata di tensione era iniziata con il definitivo abbandono da parte delle truppe regolari dell’aeroporto di Donetsk, ormai distrutto. “Abbiamo deciso di lasciare il terminal per spostarci su nuove posizioni”, ha fatto sapere il portavoce militare Vladislav Seleznyov, che si è congratulato con le truppe per l’eroica resistenza, durata bene 242 giorni: “Più della difesa di Stalingrado e Mosca”, sottolinea. La conquista dell’aeroporto, ormai inutilizzabile ma di fondamentale importanza dal punto di vista strategico, potrebbe segnare una svolta nel conflitto ucraino, che dall’inizio del 2015 ha fatto segnare una nuova escalation. Il bilancio è impietoso: sei perdite nelle file governative e otto tra i separatisti solo nelle ultime 24 ore.

Julija Tymošenko, 54 anni, è stata Primo Ministro dell’Ucraina dal 2007 al 2010. Dal 2011 pesa su di lei una condanna per malversazione. Da un anno è ricoverata in Germania.
Da Strasburgo, intanto, arrivano sviluppi sul caso-Tymošenko. La Corte Europea dei Diritti Umani ha dichiarato decaduto il ricorso presentato dall’ex-premier, che a giugno aveva accettato un accordo amichevole con il nuovo esecutivo appena insediatosi a Kiev. Che ammetteva, nella dichiarazione sottoscritta dalla leader della Rivoluzione Arancione, come “il processo nei confronti di Julija Tymošenko – su cui pesava una condanna per malversazione nell’ambito dei contratti sulle forniture di gas – è stato politicamente motivato e la procedura ha violato il diritto ad un equo processo e il rispetto della vita privata”.
Per un capitolo che si chiude, c’è un conflitto in cui ancora non s’intravedono spiragli.