Occhi indiscreti osservano Parigi. Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 febbraio, almeno cinque droni non autorizzati hanno sorvolato la capitale francese. Tra mezzanotte e le sei del mattino i velivoli sono stati avvistati sopra diversi punti simbolici della città: l’ambasciata degli Stati Uniti, la Torre Eiffel, place de la Concorde, l’Hôtel des Invalides, la piazza della Bastiglia, la Tour Montparnasse e la sede dell’Assemblea Nazionale. Data la dimensione dei droni, i «piloti» non dovevano essere molto lontani dai luoghi sorvolati, ma nonostante le ricerche degli agenti nessuno è stato identificato. La polizia di Parigi e la gendarmeria dell’aria hanno avviato le indagini, ma nessuna ipotesi è ancora stata resa pubblica.
Non è la prima volta che si verifica un episodio di questo tipo. Tra giovedì 16 e venerdì 17 gennaio, verso le due del mattino, un drone non autorizzato aveva sorvolato l’Eliseo. Erano passati pochi giorni dalla strage di «Charlie Hebdo», ma l’ipotesi di un attacco terroristico era stata esclusa. Negli ultimi mesi del 2014, tra ottobre e novembre, anche 17 siti nucleari francesi sono stati oggetto di incursioni volanti. La prima spiegazione era stata cercata in un’azione di gruppi ecologisti, che però avevano respinto le accuse. Un attivista di Greenpeace nel 2012 aveva sorvolato l’impianto nucleare di Bugey con un parapendio a motore e si era poi lanciato all’interno della centrale. Ma l’organizzazione, subito interpellata riguardo i droni, ha negato qualsiasi coinvolgimento.
La Francia ha regolamentato il volo dei droni nel 2014. I piloti devono essere iscritti in un registro dell’aviazione civile. Per sorvolare le città serve l’autorizzazione del prefetto, il consenso del servizio della difesa e della direzione regionale dell’aviazione civile. E, in ogni caso, di notte è vietata qualsiasi attività. Chi infrange le regole rischia fino a un anno di prigione e 75mila euro di multa.
Federica Scutari