Avvocato di professione, è «la figura più importante della destra israeliana dopo Netanyahu» secondo il New York Times, l’uomo del momento non solo per le sue posizioni radicali che teorizzerebbero la deportazione degli arabi palestinesi, ma anche perché il suo partito potrebbe costituire “l’ago della bilancia” della maggioranza, con il 10% dei voti ottenuti alle elezioni di martedì 1 novembreItamar Ben Gvir, 46 anni, è co-leader insieme a Bezalel Smotrich del Partito Sionista Religioso, forza di estrema destra che costituisce la terza componente della coalizione di Netanyahu che ha conquistato la maggioranza con 65 seggi allo Knesset. Di questi, 14 appartengono allo schieramento di Ben Gvir ed è proprio grazie a lui che questo governo potrebbe essere il più estremista degli ultimi anni.

Gli esordi – Nato a Gerusalemme da una famiglia di immigrati ebrei iracheni, Ben Gvir si fa strada nel mondo della politica all’epoca della Prima Intifada, dal 1987 al 1993, come sostenitore delle forze israeliane contro i “ribelli” palestinesi. Nel 1995 compare su una tv nazionale israeliana brandendo lo stemma della Cadillac del Primo Ministro Rabin, già Nobel per la pace, allora impegnato negli accordi di Oslo, dichiarando: «Come siamo arrivati alla sua auto, arriveremo anche a lui». Rabin venne ucciso da un estremista pochi mesi dopo a Tel Aviv, al termine di un comizio per la pace.
Per le sue idee radicali, Ben Gvir venne esentato dalla leva obbligatoria e iniziò a studiare legge «per potersi difendere», come riporta Skytg24, dalle accuse di vandalismo, istigazione al razzismo e sostegno a organizzazioni terroristiche. Nello stesso periodo si avvicinò al rabbino Meir Kahane, fondatore del Kach, partito estremista sciolto con l’accusa di essere un’organizzazione terroristica nel 1994.

Le sue posizioni – Ultimamente l’avvocato avrebbe rivisto e moderato le proprie posizioni, lo conferma la dichiarazione (riportata dall’Ansa) che ha rilasciato a seguito della vittoria: «Lavorerò per tutto il popolo di Israele, anche per quelli che mi odiano». Tuttavia, tra i suoi obiettivi politici ci sono: l’annessione della Cisgiordania, il rifiuto della soluzione a 2 Stati, la messa all’indice degli israeliani “sleali” e una maggiore indipendenza d’azione delle forze armate. La sua campagna elettorale è stata incentrata soprattutto sul tema della difesa interna del Paese. Non a caso, Ben Gvir avrebbe previsto per sé il Ministero della Pubblica Sicurezza. Nonostante abbia dichiarato apertamente di essersi lasciato alle spalle la propria gioventù kahanista, nell’ottobre 2022 è stato ripreso durante una manifestazione di attivisti palestinesi con una pistola puntata verso il corteo. Avrebbe inoltre chiesto ai poliziotti di sparare contro i partecipanti.

Oggi – Ben Gvir vive con la moglie e sei figli a Hebron, città della Cisgiordania in cui il conflitto israelo-palestinese è ancora molto vivo, tragicamente conosciuta anche per il massacro del 1994, in cui morirono ammazzati all’interno di una moschea 29 palestinesi. L’autore della carneficina fu Baruch Goldstein, esponente del Kach, non esente dalle ammirazioni dello stesso Ben Gvir.