La Corte di Cassazione egiziana ha annullato l’assoluzione dell’ex presidente Hosni Mubarak. Il prossimo 5 novembre l’87enne subirà un nuovo processo in relazione alle centinaia di manifestanti morti durante la rivoluzione scoppiata in Egitto nel 2011. Quello che si aprirà a novembre è il terzo dibattimento sul caso e il verdetto sarà “definitivo” e “senza possibilità di appello”, sottolinea il giornale governativo Ahram Online.
In un primo momento Mubarak fu condannato all’ergastolo con l’accusa di essere il responsabile della morte di 239 tra i 900 dimostranti rimasti uccisi nel corso della rivolta contro il trentennale regime del quarto presidente egiziano. Nel novembre 2014 la Corte d’Assise prosciolse l’ormai anziano politico dall’accusa di omicidio; il giudice che presiedeva il processo, Mahmoud al-Rashidi, chiarì che Mubarak non era invece assolto dall’accusa di corruzione e di malversazione di fondi statali (che gli costò tre anni di carcere insieme ai due figli) e dichiarò che gli obiettivi della rivolta del 2011 erano legittimi. Al momento l’ex Presidente è ricoverato nell’ospedale militare di Maadi, a sud del Cairo.
La notizia dell’annullamento della sentenza della Corte d’Assise (seguito a un ricorso della Procura) è stata riportata giovedì 4 giugno dall’agenzia egiziana Mena (Middle East News Agency). Al principio l’agenzia aveva erroneamente affermato che a dover sostenere un nuovo processo sarebbero stati anche i figli dell’ex rais, l’uomo d’affari latitante Hussein Salem, il suo ministro dell’Interno Habib el Adli e sei suoi assistenti, tutti assolti nel novembre 2014.
Andrea de Cesco