Hosni Mubarak nell'agosto 2013 al Cairo durante un'udienza (foto Reuters).

Hosni Mubarak nell’agosto 2013 al Cairo durante un’udienza (foto Reuters).

La Corte di Cassazione egiziana ha annullato l’assoluzione dell’ex presidente Hosni Mubarak. Il prossimo 5 novembre l’87enne subirà un nuovo processo in relazione alle centinaia di manifestanti morti durante la rivoluzione scoppiata in Egitto nel 2011. Quello che si aprirà a novembre è il terzo dibattimento sul caso e il verdetto sarà “definitivo” e “senza possibilità di appello”, sottolinea il giornale governativo Ahram Online.

In un primo momento Mubarak fu condannato all’ergastolo con l’accusa di essere il responsabile della morte di 239 tra i 900 dimostranti rimasti uccisi nel corso della rivolta contro il trentennale regime del quarto presidente egiziano. Nel novembre 2014 la Corte d’Assise prosciolse l’ormai anziano politico dall’accusa di omicidio; il giudice che presiedeva il processo, Mahmoud al-Rashidi, chiarì che Mubarak non era invece assolto dall’accusa di corruzione e di malversazione di fondi statali (che gli costò tre anni di carcere insieme ai due figli) e dichiarò che gli obiettivi della rivolta del 2011 erano legittimi. Al momento l’ex Presidente è ricoverato nell’ospedale militare di Maadi, a sud del Cairo.

La notizia dell’annullamento della sentenza della Corte d’Assise (seguito a un ricorso della Procura) è stata riportata giovedì 4 giugno dall’agenzia egiziana Mena (Middle East News Agency). Al principio l’agenzia aveva erroneamente affermato che a dover sostenere un nuovo processo sarebbero stati anche i figli dell’ex rais, l’uomo d’affari latitante Hussein Salem, il suo ministro dell’Interno Habib el Adli e sei suoi assistenti, tutti assolti nel novembre 2014.

Andrea de Cesco