morsi«Abbasso i militari. Sono io il Presidente». Mohammed Morsi grida il suo orgoglio e si rifiuta di entrare nella gabbia degli imputati al processo che si è aperto contro di lui questa mattina al Cairo. Il deposto capo di Stato egiziano dichiara anche di non riconoscere i giudici perché «golpisti».

Il processo a Morsi, e ad altri leader dei Fratelli Musulmani, riguarda la fuga dal carcere durante la rivolta del 2011 di oltre 20 mila detenuti, tra cui lo stesso Morsi e alcuni membri di Hamas e Hezbollah. Soltanto 19 delle 129 persone incriminate sono state arrestate, le altre sono ricercate dalle autorità. All’esterno dell’edificio ci sono anche alcune decine di sostenitori del maresciallo Abdel Fattah al Sisi, capo delle forze armate egiziane e prossimo candidato alle elezioni presidenziali.

L’udienza viene trasmessa in diretta dalla televisione di Stato egiziana, lo ha deciso il presidente del Tribunale penale del Cairo Shaaban al-Shamy, ammettendo in tribunale i giornalisti locali e internazionali interessati a seguire il processo.

Morsi è accusato anche nell’ambito di altri tre processi, uno dei quali, relativo alle uccisioni di manifestanti, è già iniziato. Alcuni dei capi d’accusa formulati nei suoi confronti prevedono la pena di morte. Il clima di tensione al Cairo resta alto. Un generale di polizia, consigliere del ministro dell’interno è stato ucciso oggi a colpi di arma da fuoco. L’ufficiale era già scampato a un altro attentato lo scorso 5 settembre.

Maria Chiara Furlò