Attacco al cuore cibernetico del sistema elettorale americano. La mattina del 5 giugno il quotidiano The Intercept ha pubblicato documenti riservati che rivelano nuovi dettagli sui sospetti di un’interferenza russa nell’elezione di Donald Trump. Vittima dell’attacco sarebbe un’azienda che fornisce sistemi per il voto elettronico. Una donna è già stata arrestata per questa fuga di notizie.

Rivelazioni parziali – Le carte su cui si fonda l’intera inchiesta sono top secret e provengono dalla Nsa, l’ente governativo che si occupa di provvedere alla sicurezza nazionale. Risalgono al 5 maggio 2016 e raccontano una serie di attacchi provenienti dalla Russia ad un’azienda che ha sede in Florida. Questa società si occupa di sviluppare i sistemi che garantiscono ai cittadini la possibilità di votare attraverso apparecchi elettronici, sistemi che vengono utilizzati in 8 dei 50 Stati americani. L’attacco sarebbe durato un mese e si sarebbe concentrato soprattutto sugli impiegati dell’azienda. I documenti però non forniscono un quadro di tutta la situazione. Non si tratta infatti delle ricerche originali della Nsa ma di un report e non è chiaro se questo attacco ha avuto un esito diretto sul voto. Attraverso questo link si può accedere all’inchiesta completa del The Intercept, firmata da Matthew Cole, Richard Esposito, Sam Biddle e Ryan Grimm.

Infezioni letali – Il sistema utilizzato per penetrare nelle rete aziendale è quello dello Spare PhisingL’obiettivo di questo tipo di attacco sono le password. Ai soggetti che si sceglie di colpire viene mandata una mail. Esattamente come un cavallo di Troia, anche qui l’attacco è camuffato. La mail infatti sembra inviata da conoscenti o aziende con cui lavorano le persone attaccate. Nel testo compaiono riferimenti personali, come banalmente il nome dell’utente o il luogo in cui si trova. All’apparenza sembra una semplice richiesta di rinnovo password, ma al suo interno si cela una trappola. Una volta recuperate le chiavi di accesso, anche di un solo dipendente, entrare nell’interna rete aziendale diventa semplice. E accorgersi dell’attacco in corso non è scontato.

Una fonte dietro le sbarre – Poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo su The Intercept un altro giornale americano, il Washington Post, ha riportato la notizia dell’arresto di una donna: Reality Leigh Winner. Sarebbe lei, un’impiegata del governo federale, ad aver consegnato i documenti alla stampa. Winner ha 26 anni, è originaria del Texas ma vive in Georgia. Nel 2013 è entrata a far parte dell’esercito, si era arruolata nell’aviazione come linguista. Conosceva le lingue parlate in Medio Oriente, dal Farsi, al Dari, passando per il Pashto. La sua qualifica le permetteva di accedere a documenti riservati, gli stessi che avrebbe consegnato in forma anonima al The Intercept. Al momento la donna è ancora in stato di fermo e la sua famiglia ora è partita dal Texas per raggiungerla in Georgia. Le accuse sono gravi. Se dovessero essere confermate la donna potrebbe rischiare fino a 10 anni di carcere.