A vincere le elezioni in Germania è stata l’unione di partiti di centrodestra Cdu-Csu: con il 28,6% dei voti è praticamente certo che il prossimo cancelliere tedesco sarà il leader cristianodemocratico Friedrich Merz. Ma è vittoria anche per il secondo classificato: il partito di estrema destra Afd ha ottenuto lo storico risultato del 20,8% dei consensi, raddoppiando quelli presi quattro anni fa e migliorando di cinque punti percentuali il risultato delle europee dello scorso giugno. Non è solo il miglior risultato nella storia del partito, ma anche il più ampio per un partito di estrema destra dal secondo Dopoguerra. E andando a guardare regione per regione si scopre che in tutti i Länder orientali Afd si attesta come prima forza politica (34% contro il 17% della Cdu).
A incassare una pesante sconfitta è il partito del cancelliere uscente Olaf Scholz, con la Spd ferma al 16,4% dei voti: sebbene di poco sopra le previsioni dei sondaggi, è il peggior risultato in un’elezione federale.
Risultati amari anche per gli altri membri dell’ormai decaduta “coalizione semaforo“: i Verdi si assestano all’11,6% e i liberali dell’Fdp sono sotto la soglia del 5% necessaria per entrare in parlamento (4,3%). Per 13mila voti escluso dal Bundestag anche il Bsw, il partito di Sahra Wagenknecht, mentre la sinistra di Die Linke guidata da Heidi Reichinnek incassa l’8,8%.

Cosa succede ora? – Nessun partito è disposto a negoziare con Afd: Merz ha tolto dal tavolo l’opzione “coalizione di mezzanotte” tra la sua Cdu e il partito di Alice Weidel. Anche se Weidel si è detta «pronta a collaborare con il nuovo governo», sembra reggere la “Brandmauer”, il muro tagliafuoco che isola l’estrema destra, come il cordone sanitario francesce anti-Le Pen.
L’esclusione di Bsw e Fdp dal parlamento permetterebbe a Merz di avere i numeri al Bundestag per formare una coalizione a due con i socialdemocratici, garantendo al suo esecutivo una maggiore stabilità rispetto a quello del suo predecessore. In totale, Cdu e Spd insieme possono contare su 328 seggi dei 630 disponibili. Questa maggioranza permetterebbe loro di non dover includere i Verdi nell’alleanza. Per far reggere l’asse conservatore-socialdemocratico sarà però necessario trattare sui temi caldi della campagna elettorale: se entrambi gli schieramenti concordano su una gestione dei flussi migratori più dura, sarà più difficile allineare le posizioni in politica estera e welfare.

Come funziona la legge elettorale tedesca – Con queste elezioni è entrata in vigore una nuova legge elettorale in Germania, che sopprime i cosiddetti “seggi supplementari“. Ogni elettore esprime due voti sulla scheda: il primo è per il singolo candidato del distretto o della circoscrizione, mentre il secondo è per una lista bloccata scelta dal partito. Sulla base di questa seconda preferenza viene poi calcolata la distribuzione dei seggi in modo proporzionale tra le diverse forze politiche. La riforma elettorale ha introdotto un numero massimo di seggi nel Bundestag (630) per evitare quello che viene definito “overhang“: un meccanismo per cui a un partito venivano assegnati seggi supplementari se i suoi parlamentari eletti direttamente erano superiori ai seggi ottenuti con il secondo voto. Per pareggiare la distribuzione dei seggi in Parlamento, quindi, si era arrivati nel 2021 addirittura a 735 eletti. Da quest’anno non sarà più possibile: ed è redistribuendo i voti degli esclusi Bsw e Fdp che Merz avrà i numeri per formare una coalizione in solitaria con la Spd.

Le reazioni –  «Per me, la priorità assoluta sarà rafforzare l’Europa il più rapidamente possibile in modo che, passo dopo passo, possiamo davvero raggiungere l’indipendenza dagli Usa», ha dichiarato Merz subito dopo la vittoria. Proprio dagli Stati Uniti arrivano i primi commenti ai risultati delle elezioni: «È una grande giornata per la Germania, e per gli Stati Uniti sotto la leadership di Trump» ha scritto su Truth lo stesso Donald Trump, «sembra che il partito conservatore in Germania abbia vinto alla grande».
A congratularsi con Merz sono stati anche il presidente ucraino Volodymir Zelensky, il premier britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron.
Non tutti in Europa e oltreoceano però si rivolgono al leader della Cdu: Elon Musk ha chiamato Alice Weidel per complimentarsi con lei – durante la campagna elettorale ha dato il suo sostegno all’AfD in modo plateale –  così come Viktor Orban da Budapest si è congratulato con la leader di Afd per aver raddoppiato i voti del suo partito.