“A tutti i sapientoni che non riconoscono adeguatamente i nostri meriti in queste grandiose elezioni ricordiamo due parole: fake news”. Lo dice Trump che da ora in poi governerà con un ramo del Congresso a maggioranza democratica.

 La vittoria a metà – Gli americani hanno scelto e Trump, secondo quanto compare sulla sua pagina Twitter, ha fatto una “magia”.Guardando i dati, sembrerebbe che i risultati mitighino gli animi da entrambe le parti. Sarebbe più corretto parlare di pareggio anziché di vittoria in questa partita giocata a suon di insulti, comizi, primati, manifestazioni di piazza e spese per una campagna di metà mandato tra le più costose di sempre.

I risultati– I democratici non hanno innescato un’onda blu senza precedenti che molti auspicavano per queste elezioni: hanno perso due seggi in Senato e il consenso in Missouri, North Dakota e Indiana. Hanno comunque invertito un capitolo di storia che sembrava già scritto, riconquistando dopo 8 anni la maggioranza alla Camera. I repubblicani invece, non hanno inaugurato un nuovo biennio monocolore ma hanno mantenuto il controllo sul Senato, sebbene da ora in poi dovranno realmente scontrarsi con una Camera di “asinelli” aggressivi.

Per alcuni il verdetto all’indomani dei primi risultati è sbilanciato a favore dei democratici ma questo dipende dai punti di vista, ed il presidente Trump non ha lasciato trapelare il minimo accenno d’insoddisfazione, definendo il voto un “incredibile successo”. Inizia infatti un nuovo periodo per gli Stati Uniti, caratterizzato da un bipolarismo vecchio stampo, in cui l’opposizione, con 27 seggi in più e 222 rappresentanti alla Camera, potrà concretamente rallentare la corsa del governo. Il Congresso a guida repubblicana fino ad oggi ha assecondato l’orientamento trumpiano rispetto a temi come gli accordi di Parigi, il Ttp, il Nafta, l’accordo con l’Iran e i rapporti con la Cina. La linea dura repubblicana si riconosce specialmente nelle politiche anti immigrazione, la zero tolerance, la costruzione del muro con il Messico e la proposta di abolizione dello ius soli.

L’onda dell’opposizione – L’onda arcobaleno, che si alterna all’onda blu data la componente disomogenea e multirazziale del rinnovato movimento democratico, farà opposizione con temi richiamanti la promozione dell’uguaglianza sociale, l’inclusione degli immigrati, i sussidi alle classi più svantaggiante e la protezione dei principi dell’Obamacare. I dem avranno il potere di promuovere commissioni d’inchiesta ad hoc sulle sue finanze, le tasse, gli scandali e i conflitti d’interesse del presidente ma soprattutto potranno negoziare le leggi di bilancio e tentare l’ impeachment (destinato comunque all’insuccesso per l’inevitabile “no” del Senato).

Il senato –Trump invece, a braccetto con il leader della maggioranza in Senato Mitch McConnell, potrà fare pressione perchè la giustizia sia più rapida e severa contro la criminalità. Forte dei consensi in settori significativi della società americana, proseguirà nella sua politica basata su crescita economica, alleggerimento della pressione fiscale e dura politica anti-immigrati irregolari. Su quest’ultimo punto, il primo test sarà l’atteggiamento nei confronti del novemila migranti in cammino verso i confini meridionali Usa.

Verso il 2020 – L’inquilino della Casa Bianca nel 2018 ha viaggiato in lungo e in largo per il paese. Negli ultimi sei giorni ha tenuto 11 comizi in 8 stati. Dalla Georgia alla Florida, dal Tennessee all’Ohio, dalla California al Michigan però si è avvertito lo sparo per la nuova corsa alla presidenza e i candidati hanno già iniziato a correre.