«Adesso la partita per il 2020 è aperta». Dopo i risultati delle elezioni di medio termine, la Sestina ha intervistato Francesco Costa, vicedirettore del Post e autore di una newsletter sulla politica americana che sta spopolando in rete.

Francesco Costa, chi è il vero vincitore delle elezioni di midterm?
«Hanno vinto i democratici, perché i repubblicani hanno perso il controllo della Camera e di cinque stati (sette secondo gli ultimi risultati: sei ai repubblicani, uno a un indipendente. Ndr). Non è una vittoria travolgente, ma avrà delle conseguenze».

Quali conseguenze?
«La prima è che Trump ha ancora davanti due anni e, con la nuova composizione del Congresso, non sarà facile far passare la sua agenda legislativa. Le leggi, infatti, devono essere approvate dalle due Camere e sarà difficile far votare i democratici a suo favore. Una seconda conseguenza, invece, riguarda le indagini che la Camera potrà aprire nei confronti del governo».

Esiste la possibilità che avvii la pratica di impeachment contro Trump?
«Non sarà sicuramente uno dei primi atti della Camera. Potrebbe avviarla più in là, ma sarà molto difficile portarla avanti. L’intento potrebbe essere spaventare o distrarre Trump. In realtà, però, un gesto di questo tipo potrebbe rivitalizzare gli elettori di Trump. Diciamo che, per adesso, la pistola è sul tavolo».

La nuova composizione della Camera influenzerà le politiche anti immigratorie del Presidente?
«Sicuramente, da una parte, la Camera impedirà a Trump di creare il muro con il Messico. Dall’altra il Presidente tenterà di difendersi usando i suoi poteri esecutivi: mi aspetto più forze di polizia e un rafforzamento delle frontiere. In tutti modi cercherà comunque di sembrare forte sul tema dell’immigrazione».

E lo ius soli?
«Proverà a smantellarlo attraverso un ordine presidenziale. Ma la decisione verrà bloccata dai tribunali e arriverà alla Corte suprema».

Quindi, stando ai risultati di oggi, lo scenario per il 2020 cambia?
«No, rimane lo stesso. La storia americana insegna che il partito del presidente perde voti alle elezioni di midterm. E Trump rientra in questo schema. Ma, allo stesso tempo, ha dimostrato quanto sia radicato il suo consenso. Pensiamo alle zone come l’Ohio dove ha mantenuto la leadership. Se l’economia continua a crescere, Trump può vincere di nuovo».