Il silenzio. Il 5 novembre è stata una notte difficile, soprattutto per la candidata democratica Kamala Harris. Rintanatasi nel silenzio più totale, mentre la sconfitta diventava sempre più evidente, alla fine ha deciso di non presentarsi. Al suo posto, è apparso il co-presidente Cedric Richmond, ricordando alla folla che bisognava continuare a sperare e a lottare, visto che non tutti gli stati erano stati ancora conteggiati. «Stasera non avrete notizie della vicepresidente, ma avrete sue notizie domani», ha concluso.
Il discorso – All’indomani delle elezioni, la candidata democratica, pur avendo ricevuto 65 milioni di voti, ha dovuto fare i conti con la realtà: non sarà lei la prima presidente donna degli Stati Uniti. «Riconosco la sconfitta, ma continuerò a lottare», ha detto, rompendo il silenzio sulle note della canzone di Beyoncé, Freedom, che l’ha accompagnata per tutta la campagna elettorale. Alla Howard University di Washington, pur tradendo una certa delusione, si è rivolta ai suoi elettori con messaggi carichi di fiducia e ottimismo: «Il risultato di queste elezioni non è quello che volevamo, non è quello per cui abbiamo combattuto, non è quello per cui abbiamo votato, ma ascoltatemi quando dico: la luce della promessa dell’America brucerà sempre luminosa, finché non ci arrenderemo mai e finché continueremo a lottare.»
Dopo l’ovazione da parte dei suoi fan, si è lasciata andare: «Vi amo anche io. Sono grata e piena d’amore per il nostro paese».
La telefonata a Trump – «Dobbiamo accettare il risultato di queste elezioni. Questo fa la differenza tra “democrazia e tirannide“». L’allusione di Harris, nemmeno troppo velata, è rivolta agli avvenimenti del 6 gennaio 2021, quando un gruppo di sostenitori di Trump aveva assaltato il Campidoglio come protesta per la sconfitta del repubblicano alle elezioni del 2020. «Ho telefonato al presidente eletto per congratularmi con lui: gli ho anche detto che aiuteremo lui e il suo team nella transizione e che ci impegneremo a un passaggio pacifico di poteri», ha proseguito Harris tra i fischi della platea rivolti al tycoon, sottolineando la differenza di comportamenti, il suo e quello di Trump, nei confronti della sconfitta. Il repubblicano uscito vincitore da questa tornata elettorale, quattro anni fa era stato battuto da Joe Biden. Subito dopo aveva commentato ipotizzando possibili brogli e irregolarità nel voto. Nelle differenze di reazioni tra Trump e Harris c’è anche la stessa telefonata di congratulazioni, che nel 2020 fa Biden non aveva ricevuto dal tycoon.
Messaggi di speranza e ringraziamenti – «Il fatto che a volte la lotta richieda un po’ di tempo, non significa che non vinceremo», sottolinea Harris, ricordando l’importanza di non arrendersi mai e quella di continuare «a rendere il mondo un posto migliore». Sebbene parte della sua sconfitta sia dovuta alla scia disastrosa lasciata dell’attuale presidente, ci ha tenuto a ringraziare anche lui: «Grazie ai miei sostenitori per la fiducia, a Biden e a tutto il mio team. Sono molto orgogliosa della nostra corsa e di come l’abbiamo condotta, unita dall’amore per il Paese, dall’entusiasmo e la gioia per il futuro dell’America».Harris è la seconda donna a tentare di entrare alla Casa Bianca, dopo la candidatura di Hillary Clinton nel 2016. Entrambe sono state battute dallo stesso uomo, Donald Trump.