Una start up di circa 250 persone con più di 350 mila sostenitori, questo è En Marche! il movimento che, dopo aver portato all’Eliseo il suo candidato e fondatore (il cui nome ha le stesse iniziali del partito) , si prepara a conquistare il Parlamento. Secondo un sondaggio di Opinionway infatti il partito potrebbe avere la maggioranza anche alle politiche, ottenendo fra i 249 e i 286 seggi su 577, sfiorando la maggioranza assoluta di 289. Si fanno già le prime ipotesi sul nuovo governo, che potrebbe essere di coalizione. Qualche giorno fa Emmanuel Macron ha annunciato di aver scelto il primo ministro, che sarà reso noto dopo il passaggio di consegne. Cominciano già a circolare i primi nomi, come quello di François Bayrou, sindaco di Pau, ed ex ministro dell’Istruzione con Juppé.

La nascita- Il movimento è nato il 6 aprile 2016. Quel giorno davanti alla folla riunita ad Amiens, sua città natale, Macron disse che En Marche! sarebbe stato «no partisan», aperto sia agli elettori di destra che a quelli di sinistra, sia ai socialisti che ai repubblicani. Come ha raccontato Il Foglio, a partire dall’estate del 2015, il neoeletto presidente aveva cominciato a incontrare alcuni concittadini nel suo ufficio. In seguito aveva aperto le porte anche a intellettuali, personalità influenti della cultura, delle associazioni e del mondo religioso. La stampa francese le aveva definite «le cene segrete di Bercy». L’allora ministro inoltre riuniva regolarmente un gruppo di consiglieri. Figure come Erik Orsenna, ex consigliere di Mitterand, il filosofo Olivier Mongin, Laurent Bigorgne, presidente dell’Institut Montaigne o l’azionista di Le Monde, Xavier Niel.

L’organizzazione- Per iscriversi a En Marche! basta dare il proprio nominativo, senza pagare nulla. Se l’idea piace, si entra subito nella comunità, che può vantare ben 14 mila comitati locali. Il segretario generale è Richard Ferrand, deputato socialista di Finistère. I due portavoce sono Benjamin Griveaux, vicepresidente del Conseil general de Saône et Loire e Laurence Haïm. Ci sono poi nove delegati nazionali, tutti rappresentanti di diversi settori della società civile, come viene sottolineato nel sito del partito. La regia della campagna elettorale è stata affidata a Jean- Marie Girier, 32 anni. Social e digitale invece sono stati diretti da Pierre Le Texier, un fedelissimo dai tempi di Bercy, a capo del gruppo “Jeuner avec Macron”. Al suo fianco c’è l’imprenditore trentatreenne Mounir Mahjoubi che per En Marche! ha lasciato il Consiglio nazionale dello sviluppo digitale francese.

finanziamenti- Secondo quanto riportato da Le Journal de Dimanche il partito è finanziato principalmente da donazioni private. Per ottenere i 17 milioni necessari a finanziare la campagna elettorale  il “Mozart della finanza” (così lo definì il banchiere Rothschild) ha rispolverato i suoi vecchi contatti nel mondo della finanza che gli avrebbero consentito di architettare un sistema di fundraising simile a quelli delle campagne elettorali statunitensi. Per lanciare il progetto si è avvalso anche dell’aiuto di molti sostenitori stranieri incontrati in una serie di riunioni tra New York, Bruxelles, Berlino e Londra.