la protesta delle donne indiane

Le donne indiane manifestano a New Dehli il 15 dicembre per ottenere più sicurezza (EPA/HARISH TYAGI)

Una donna indiana non si può sentire mai al sicuro, neppure quando si tratta di una bimba che si trova a scuola per seguire le lezioni. Nella mattinata del 15 gennaio è arrivata dall’India la notizia dell’ennesimo stupro, ma stavolta la vittima è una ragazzina di appena sette anni.

Durante l’intervallo mattutino del 14 gennaio la bambina è stata attirata nel bagno della scuola a Vasco, nello Stato meridionale di Goa, e poi violentata. Dopo che la bimba si è lamentata con un’insegnate di avere dolori al basso ventre, sono stati convocati i suoi familiari ed allora che è venuto fuori l’incidente agghiacciante. In serata la bimba è stata portata all’ospedale cittadino, dove i medici hanno confermato l’esistenza della violenza sessuale. Il violentatore sarebbe un ragazzo di circa vent’anni, a quanto sostiene The Times of India. Ora è ricercato dalla squadra speciale munita di un identikit preparato sulla base delle informazioni fornite dalla vittima.

Intanto è stata arrestata la direttrice della scuola – il bagno dove si è consumata la violenza si trovava proprio accanto al suo ufficio – responsabile di aver ritardato la denuncia alla polizia. Appena la notizia dello stupro si è diffusa a Vasco, una folla rabbiosa si è riunita davanti all’istituto e ha tenuto per ore sotto assedio gli insegnati, che poi sono stati scortati a casa dagli agenti.

L’allarme sulla sicurezza delle donne indiane è scattato dopo la morte della studentessa di 23 anni che è stata stuprata e brutalmente picchiata a New Dehli il 16 dicembre del 2012 da cinque persone, a bordo di un autobus e con la connivenza dell’autista.

Anna Lesnevskaya