Il fondatore di un battaglione di combattenti filorussi nel Donbass, Arem Sargsyan, è rimasto coinvolto nell’esplosione di una granata avvenuta in un edificio residenziale a Mosca. Le fonti si spaccano su quali siano le sue condizioni: media russi e media ucraini hanno riportato che Sargsyan è  rimasto ucciso dall’attentato: Fino a poche ore fa le sue condizioni erano incerte, e c’era discordanza tra i canali dei due fronti del conflitto: il canale Telegram russo “VChK-OGPU”, molto informato sugli apparati di sicurezza del Cremlino, sosteneva infatti che si trovasse ricoverato in gravissime condizioni in terapia intensiva.
L’agenzia russa Tass ha comunicato che nell’esplosione è morta anche la guardia del corpo di Sargysan, e altre cinque persone sono rimaste ferite. Sargsyan, sotto il nome di copertura “Weinstein”, viveva al 22esimo piano dell’edificio nel quale questa mattina è avvenuta l’esplosione, situato nel  complesso residenziale d’élite “Vele Scarlatte” nel nord-ovest di Mosca.

Noto per aver fondato il battaglione delle forze speciali ArBat (Battaglione Armeno), al momento impegnate a combattere contro i militari ucraini nella regione russa di Kursk, Sargsyan era inoltre tra i fondatori delle milizie volontarie filorusse nel Donbass e presidente della Federazione pugilato nella regione di Donetsk. Sempre secondo Tass, l’attentato a Sargsyan sarebbe stato «ordinato» e «attentamente pianificato». Dal 2015 è inserito nel database di ‘Peacemaker’, un sito web non ufficiale creato in Ucraina per elencare in una blacklist i nemici del Paese. È stato poi dichiarato ricercato in Ucraina.