«Bisognerebbe andare di casa in casa alla ricerca di armi e ripristinare il nostro potere di deterrenza». A parlare è Itamar Ben-Gvir, probabile futuro ministro per la Pubblica Sicurezza, dopo gli attacchi avvenuti a Gerusalemme. Due esplosioni che fanno temere una nuova intifada e che arrivano proprio durante la formazione del nuovo governo Netanyahu.

Il nuovo governo – Dopo gli attentati, il capo della polizia Kobi Shabtai ha dichiarato: «Era molto tempo che non subivamo un attacco di questo tipo». Un attacco che è avvenuto nel bel mezzo della formazione del nuovo governo da parte del primo ministro incaricato Benjamin Netanyahu, che potrebbe diventare quello più orientato a destra nella storia di Israele. Itamar Ben-Gvir, che potrebbe guidare il ministero per la Pubblica Sicurezza ottenendo così il controllo della polizia, è stato tra i primi ad accorrere sui luoghi delle esplosioni. Ben-Gvir è intervenuto chiedendo alle forze di sicurezza di cercare ovunque i responsabili e ha aggiunto: «Dobbiamo formare un governo il più in fretta possibile. Il terrorismo non aspetta».

Le esplosioni – Le due bombe che sono esplose nella periferia di Gerusalemme hanno ucciso un ragazzo di 16 anni e provocato numerosi feriti. Secondo l’Ansa, sarebbero almeno 31, mentre altre fonti riportano meno feriti. Gli ordigni, riempiti di chiodi e bulloni, sarebbero stati piazzati a due diverse fermate di autobus e fatti esplodere con dei cellulari da remoto a mezz’ora di distanza. Secondo la ricostruzione del New York Times, la prima esplosione sarebbe avvenuta nella zona nord-ovest della città alle 7.05 di mattina. Qui ha perso la vita Aryeh Schupak, giovane studente di un collegio rabbinico e dotato di cittadinanza israeliana e canadese. Un dottore del centro medico Shaare Zedek ne ha confermato la morte. La seconda esplosione si sarebbe registrata trenta minuti dopo a circa due miglia di distanza ferendo almeno tre persone. L’attacco coordinato, la cui tecnologia farebbe pensare a dei responsabili pratici di strumenti sofisticati, riporta l’Ansa, non sarebbe ancora stato rivendicato. Sarebbero stati arrestati tre palestinesi.

Pericolo intifada – L’ondata di violenza in Israele, alimentata da queste ultime due bombe, riporta alla luce gli scontri della prima e della seconda intifada. La prima sollevazione avvenne tra gli anni ’80 e ’90 e portò all’uccisione di centinaia di palestinesi e israeliani. Nata nel campo profughi di Jabaliya, l’intifada prese forma tra scioperi, disobbedienza civile e armi. La seconda rivolta scoppiò nell’autunno 2000. La violenza durò molti anni, a tal punto da trasformarsi in una vera e propria guerra con migliaia di morti.