consiglio okEuropa e Turchia hanno un nuovo, cruciale, appuntamento. È quello previsto per il 17 e 18 marzo, giorni in cui si riunisce il Consiglio Europeo. Due i temi da affrontare: la crisi dei migranti e il controverso avvicinamento di Ankara all’Unione. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione comune, dopo il fallimento delle trattative dello scorso 8 marzo che si erano chiuse con un “nulla di fatto” arrivato a tarda sera.

In materia di migrazioni, la Commissione europea ha fatto circolare, il 15 marzo, un issue paper. Si tratta di un testo con il quale si cerca una via per risolvere il problema dell’asilo. Ma il vero tema da affrontare è la riforma del regolamento di Dublino. Questo stabilisce il principio secondo cui il Paese di primo arrivo deve essere anche quello che si occupa di schedare ed eventualmente espellere i migranti. Bruxelles però temporeggia e il trattato slitta ancora. Per il momento, per arginare la crisi, l’Ue rafforzerà le attività degli hotspot, le strutture allestite per identificare e registrare i migranti (come si legge nella bozza degli accordi).

Un piano per gestire i flussi migratori c’è. Ma i rapporti fra Ue e Turchia rimangono instabili. Per pensare a un avvicinamento di Ankara a Bruxelles, l’Unione ha scritto un rapporto per valutare le condizioni del Paese di Recep Tayyip Erdogan. Nel documento, molti i punti di dissenso verso la Turchia, primo su tutti quello della mancanza di rispetto dei diritti dei cittadini. Starà alla Commissione Affari Esteri pronunciarsi sulla questione, prima dell’inizio del Consiglio.

Da non sottovalutare, e l’Europa lo sa, l’impegno militare turco su due fronti. Quello esterno della questione turco-siriana e quello interno, che vede le truppe governative schierate contro i curdi. Il 13 marzo diverse esplosioni nel centro di Ankara hanno ucciso 37 persone e ne hanno ferite un centinaio. Secondo il governo turco le menti degli attentati sarebbero gli estremisti curdi del Pkk, anche se non ci sono state ancora rivendicazioni. Dura la reazione di Erdogan che ordinato raid contro le postazioni del Pkk nelle montagne dell’Iraq settentrionale.

Federica Villa