La bandiera del Regno Unito sventola sulla macchina dell’ambasciatore britannico a Mosca

Londra chiama, Mosca risponde. A neanche 24 ore dall’espulsione di 23 diplomatici russi annunciata da Theresa May in relazione all’avvelenamento dell’ex spia di Mosca Sergei Skripal e della figlia Yulia, nella mattinata di giovedì 15 marzo è arrivata la contromossa del Cremlino: secondo l’agenzia di stampa russa Ria il ministro degli Esteri Sergei Lavrov espellerà presto un numero non ancora precisato di diplomatici britannici. «Sarà il presidente Putin a prendere la decisione finale», ha precisato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, «non ci servirà molto tempo. In ogni caso la Russia è perplessa di fronte alla posizione adottata dalla Gran Bretagna e non la comprende».

La posizione di Mosca – In attesa della contromossa la Russia, che ieri ha definito «inaccettabile» la decisione inglese, ha replicato attraverso la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: le accuse di Londra sarebbero dettate da motivi politici interni alla Gran Bretagna e la premier britannica Theresa May vorrebbe atteggiarsi a «leader forte». Zakharova ha ribadito che Mosca non aveva alcun motivo per avvelenare l’ex spia doppiogiochista Sergei Skripal e la figlia Yulia e ha bollato come «russofobia» il sostegno americano alle accuse britanniche contro il Cremlino.

Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. EPA/SERGEI CHIRIKOV

Le reazioni nel mondo – Gli Stati Uniti si sono infatti detti «solidali» con Londra, facendo sapere di condividere il giudizio sulla responsabilità di Mosca e di sostenere la decisione di espellere i diplomatici russi. Per la Casa Bianca, «la Russia disprezza l’ordine internazionale, mina la sovranità e la sicurezza di altri Paesi e tenta di sovvertire e screditare le istituzioni e il processo democratico occidentale». Nella serata del 14 marzo al Palazzo di Vetro a New York si è svolta, su richiesta della Gran Bretagna, una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Anche l’Unione Europea si è schierata al fianco di Londra mentre la Francia, che inizialmente aveva temporeggiato senza condannare subito Mosca, ha annunciato misure appropriate nei prossimi giorni in risposta all’avvelenamento di Skripal: «Tutto sembra indicare che la Russia sia responsabile», ha detto Macron ai giornalisti citando le informazioni passate dagli 007 britannici all’intelligence francese. Sulla questione è intervenuta anche la Nato per bocca del segretario generale Jens Stoltenberg: «L’avvelenamento costituisce una minaccia alla sicurezza internazionale e alla pace, oltre che una violazione inaccettabile delle norme e degli accordi internazionali».

La posizione di Londra –  Secondo gli 007 britannici, per l’avvelenamento di Skripal è stato utilizzato un gas nervino concepito nei laboratori militari sovietici 40 anni fa. Theresa May ha attribuito al Cremlino l’attacco e per tutta risposta ha decretato, oltre alla già citata espulsione di 23 diplomatici, restrizioni per funzionari e cittadini russi sospetti, controlli più stringenti e potenziali sanzioni sui patrimoni trasferiti oltre Manica da politici e oligarchi considerati vicini a Putin, l’interruzione dei rapporti governativi d’alto livello e, infine, il boicottaggio degli imminenti Mondiali di calcio da parte di delegazioni ufficiali e membri della famiglia reale. Non solo, perché secondo quanto riportato dalla Bbc, il Regno Unito costruirà un centro di difesa contro le armi chimiche per proteggersi dalla crescente minaccia di paesi come Russia e Corea del Nord: un investimento di 48 milioni di sterline (circa 54 milioni di euro). Sempre alla Bbc, il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha fatto sapere di considerare «schiaccianti» le prove a carico di Mosca.

La vicenda – Tutto è cominciato con il ritrovamento, lo scorso 4 marzo, di un uomo e una donna agonizzanti su una panchina di Salisbury, centro di 45mila abitanti nel sud dell’Inghilterra. Quell’uomo, si è poi scoperto, era Sergei Skripal, un ex spia doppiogiochista arrestata in Russia nel 2006 e condannata a 13 anni di carcere con l’accusa di aver passato informazioni riservate all’MI6 (i servizi segreti britannici) negli anni Novanta in cambio di 100mila sterline. Nel 2010 era stato graziato nel 2010 dopo uno scambio di spie con gli Usa. La donna era invece sua figlia. La mente è subito tornata al caso Litvinenko, l’ex spia anti-Putin avvelenata nel 2006 e morta dopo 23 giorni di agonia in ospedale. Skripal e sua figlia sono ancora ricoverati in ospedale in condizioni critiche.